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Inpdap, cercasi sanatoria

Vittorio Spinelli martedì 10 giugno 2003
Come «l'isola che non c'è», l'Inpdap, l'ente che gestisce le pensioni del settore pubblico, ha scoperto il condono che non c'è. Si tratta di una sanatoria per i pensionati ex pubblici dipendenti che abbiano riscosso, in tutta buona fede, somme non spettanti. L'Istituto è tenuto ovviamente a recuperare i maggiori importi di pensione pagati per errore. Nel corso di tali operazioni, ha individuato tuttavia una grave discriminazione, operata dalla legge, tra le pensioni dei lavoratori pubblici e quelle dei privati. A tutti questi ultimi la finanziaria 2002 (art. 38) ha riservato un condono sulle somme riscosse indebitamente, fino a tutto l'anno 2000, nella qualità di pensionati Inps (integrazione al minimo, maggiorazioni, trattamenti di famiglia ecc.). La sanatoria per i privati è stata confezionata fissandone le condizioni in base al reddito personale del titolare (imponibile Irpef): per il pensionato che non raggiunge gli 8.263, 31 euro (ex 16 milioni di lire) il condono dell'indebito è totale, invece al di sopra degli 8.263,31 euro il condono è pari al 25% e, in altre parole, si devono restituire solo i tre quarti dell'indebito. Nella verifica della situazione personale non si considerano i redditi del coniuge, il reddito della casa di abitazione, il trattamento di fine rapporto, gli arretrati ecc. Nulla di simile invece per i pensionati del pubblico impiego. Di conseguenza, risultano colpiti da una palese disparità di trattamento rispetto alle altre categorie e ciò nonostante il principio dell'armonizzazione tra i sistemi previdenziali obbligatori sbandierato dalla grande riforma pensionistica del 1995. Il fenomeno, nell'ambito del pubblico impiego, è particolarmente rilevante, tenendo conto che ogni pensione viene liquidata dall'Inpdap sempre in forma provvisoria. Si trasforma in rendita definitiva solo in tempi successivi, a volte molto lunghi, sufficienti al formarsi di un considerevole debito assolutamente imprevedibile da parte dell'interessato. La discriminazione nei confronti dei propri iscritti è stata oggetto di una recente delibera (212/2003) del Consiglio d'indirizzo e vigilanza dell'Inpdap, che ha ritenuto necessario segnalarla al Ministero del Lavoro, nell'intento di suscitare uno specifico provvedimento di legge oppure di ottenere una estensione di carattere amministrativo della sanatoria Inps. Rimborsi Indpap e Inps. In piena sintonia si trovano i due grandi enti previdenziali nei riguardi di alcuni pensionati che hanno beneficiato del nuovo regime di cumulabilità tra pensione di anzianità e redditi da lavoro. Entrambi provvederanno a restituire le quote incumulabili relative ai mesi di gennaio, febbraio e marzo 2003, a quanti hanno regolarizzato illeciti anteriori al nuovo regime. L'Inpdap, con l'occasione, ricorda che non è previsto alcun trattamento di favore per i divieti di cumulo regolati dall'art.4 del Dpr 758/1965 e dall'art. 133 del Dpr 1092/1973.