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Informazione? In "più" e in "meno"

Gianni Gennari venerdì 25 luglio 2008
Più e meno. Sergio Romano ("Corsera", 23/7, p. 33) spiega quella che nel 1943 parve «l'assenza di una chiara politica vaticana durante l'occupazione tedesca e la Resistenza»: se il Papa avesse scelto la linea della condanna della Germania, per lui ci sarebbe stato subito l'arresto e per la Chiesa ovunque distruzioni, imprigionamenti e stragi di vescovi, preti e fedeli. «La linea di formale neutralità» consentì di assistere e curare gli ammalati, accogliere i profughi, nascondere gli ebrei e mantenere rapporti con le nazioni ostili a Hitler. I tanti preti, poi, che eroicamente aiutarono gli altri e animarono la resistenza «sarebbero stati tutti in campo di concentramento, e non avrebbero aiutato nessuno». Ottimo. Idem, stesso giorno " "Il capolavoro di Casaroli oltre la cortina di ferro" ("La Stampa", p. 34) " Luigi La Spina su "La Politica del dialogo", volume del "Mulino" con «le carte Casaroli» e l'azione della Ostpolitik vaticana dagli anni '60 alla fine degli '80, che consentì con la distensione internazionale di evitare lo scontro nucleare e preparò in profondità il terreno all'«azione dirompente di papa Wojtyla contro il comunismo»: non fu una rottura, ma «fu possibile grazie al paziente lavoro portato avanti da quel sorridente esploratore»"Il meno? I lefebvriani rifiutano la "mano tesa" di Benedetto che chiedeva loro di accogliere il Concilio come tale, ma salvo una noticina di "Repubblica" (27/6, p. 19) e un pezzullo di "Italia Oggi" (p.5) tanti, anche cattolici, che avevano strillato che il Papa cedeva all'oscurantismo ignorano la notizia. È informazione?