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Incremento al valore del punto base

Vittorio Spinelli giovedì 10 ottobre 2019
Per i sacerdoti inseriti nel sistema per il sostentamento del clero, la Conferenza Episcopale Italiana ha stabilito, a decorrere dal 2020, un incremento del valore del "punto base" – l'unità di misura che determina la remunerazione mensile spettante ai sacerdoti – che sale da 12,36 a 12,61 euro. La remunerazione sacerdotale riferita al minimo di 80 punti (condizione di un sacerdote di recente ordinazione e senza punteggi aggiuntivi) si attesta quindi a 1.008,80 euro per dodici mensilità. Di fatto l'aumento corrisponde a 20 euro in più sull'assegno mensile di base. Il sostentamento beneficia nel tempo di aumenti collegati all'anzianità e alle funzioni svolte. Così, maturando 100 punti, un sacerdote con venticinque anni di ministero e per la cura di due parrocchie riceverà 1.261 euro. Ad un parroco con trentacinque anni di anzianità e che sia anche insegnante di religione spettano invece 122 punti, che si traducono il prossimo anno in una remunerazione di 1.538,42 euro.
Tutti i nuovi importi sono al lordo e quindi soggetti alle dovute ritenute fiscali. L'incremento delle remunerazioni dei sacerdoti sarà eseguito automaticamente dall'Istituto centrale per il sostentamento del clero (ICSC).
La rivalutazione monetaria ora operata dalla Cei non ha alcun collegamento con le verifiche annuali sul costo della vita. L'organismo ecclesiale procede agli adeguamenti senza vincoli di periodicità. L'ultimo adeguamento del "punto" risale infatti a dieci anni fa. Le rivalutazioni del sostentamento vengono assunte in base alla situazione complessiva del sistema, tenendo conto, in particolare, delle risorse disponibili in equilibrio con i numerosi interventi caritativi. Negli ultimi anni ha avuto il suo peso anche la crisi economica che ha investito gran parte della popolazione e che la Chiesa italiana ha voluto affiancare come segno di partecipazione.
Il sostentamento è offerto – per il tempo in cui sono presenti in Italia – anche ai sacerdoti stranieri che operano nelle diocesi nell'ambito di una cooperazione missionaria, ai cappellani incaricati dell'assistenza alle comunità etniche, ai sacerdoti secolari regolati da una convenzione col vescovo di provenienza ecc. A tutti è richiesto, come requisito essenziale per il sostentamento mensile, lo svolgimento a tempo pieno del ministero sacerdotale a favore della Chiesa locale.