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Ilario di Poitiers. Seppe cogliere nella Trinità una profezia per il mondo

Matteo Liut giovedì 13 gennaio 2022
La relazione è una realtà che supera la semplice somma delle persone unite da un legame: questa verità, contenuta nel “mistero” della Trinità, ancora oggi rappresenta un richiamo profetico. Un mistero, quello della relazione tra Padre, Figlio e Spirito Santo, che ha affascinato da sempre pensatori e pastori, come sant'Ilario di Poitiers, vescovo e dottore della Chiesa. Il suo «De Trinitate» è un'opera profonda e complessa, espressione di una profonda conoscenza delle Scritture, pensata per contrastare il diffondersi delle eresie come l'arianesimo, che negava la divinità di Cristo. Uno scritto che testimonia la profonda preparazione dell'autore, nato forse nel 315 da famiglia pagana, e formatosi alla luce della filosofia neoplatonica. Affascinato dalla Bibbia, Ilario chiese il Battesimo e subito dopo, attorno al 353, venne scelto come vescovo di Poitiers. A causa dell'odio dei teologi eretici subì sei anni di esilio, ma dagli studi coltivati in questo periodo nacque proprio il «De Trinitate». Morì nel 367.
Altri santi. Beata Veronica da Binasco, vergine (1445-1497); beato Emilio Szramek, sacerdote e martire (1887-1942).
Letture. Romano. 1Sam 4,1-11; Sal 43; Mc 1,40-45.
Ambrosiano. Sir 44,1.15-18; Sir 44,1.15-18; Sir 44,1.15-18.
Bizantino. 2Tim 2,1-10; Gv 15,17-16,2.
t.me/santoavvenire