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Il welfare delle Casse: la paternità di ingegneri e veterinari

Vittorio Spinelli martedì 7 marzo 2017
Gli architetti e gli ingegneri iscritti ad Inarcassa possono usufruire dell'assegno di paternità se la madre non lavora oppure non è una libera professionista. Finora l'indennità di paternità (ex decreto 151/2001) era riconosciuta per la nascita del figlio o per l'adozione di un minore ma solo nei casi di abbandono del bambino, di morte o di grave infermità della madre libera professionista, di affidamento esclusivo al padre.
Nel suo sistema di welfare integrato, Inarcassa ha stabilito di estendere il beneficio del padre anche ai casi in cui la madre non abbia diritto al sostegno di maternità, non essendo né una lavoratrice dipendente o autonoma né una professionista, compresi i periodi in cui non si applica il diritto della madre. Il diritto al nuovo assegno entra in vigore il 1° gennaio 2018.
L'importo dell'indennità è pari a cinque dodicesimi del 60% del reddito professionale del secondo anno che precede l'evento della nascita o dell'adozione, con un minimo di tre mesi di indennizzo. Nel 2018 l'assegno sarà quindi calcolato sul reddito professionale conseguito nel 2016. Per i professionisti iscritti infra-anno l'assegno viene proporzionato ai giorni di iscrizione.
In caso di parto (escluso in ogni caso l'aborto) la tutela copre un periodo di tre mesi successivi alla nascita, all'interno del periodo in cui la madre non ne abbia diritto. Per le adozioni nazionali e internazionali e per gli affidamenti, l'assegno spetta al padre in alternativa alla madre che non ne faccia richiesta o che non ne abbia diritto, per un periodo massimo di tre mesi dall'ingresso del bambino in famiglia e fino ai suoi diciotto anni.
Le domande, la necessaria documentazione, i termini di presentazione ad Inarcassa saranno comunicati dall'ente a fine 2017, in prossimità dell'entrata in vigore del 1° gennaio 2018.
Veterinari. Un nuovo sostegno alla genitorialità è previsto dall'Enpav per le professioniste ma anche per gli uomini in particolari condizioni di bisogno. Potranno usufruirne le veterinarie durante il lieto evento o i padri che esercitino la professione e siano vedovi, mariti di madri con gravi infermità o titolari dell'affidamento esclusivo del bambino. Requisito preliminare per il sussidio è l'essere in regola con la contribuzione. L'importo massimo ammonta a 300 euro mensili per un periodo massimo di 8 mesi, con riferimento alle spese sostenute entro 24 mesi dalla nascita o dalla adozione per i servizi di asilo nido, baby sitting, scuola dell'infanzia fino ai 6 anni di età per gli adottati. L'Enpav riceve le domande in due distinti contingenti, entro il 30 aprile ed entro il 31 ottobre 2017.