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Il vecchio se ne va

Salvatore Mannuzzu sabato 28 dicembre 2013
Il vecchio, per tre mesi assiduo e poco faceto visitatore di questo riquadro, adesso toglie il disturbo: chiedendo venia, prende congedo. In ogni cosa che finisce, per misera che sia, i palati sensibili avvertono un retrogusto malinconico, sotto il sapore che le è proprio - nel caso di specie tutt'altro che ghiotto. Né sappiamo, in particolare, a cosa adesso il vecchio vada incontro: però mese più mese meno (o anno più anno meno) di sicuro non scappa. Legge di natura. Lui dice di farsela ormai più con i morti che con i vivi; ed è certo che i vivi, con i quali continua ad accapigliarsi ferocemente, non li capisce tanto; ma forse anche i morti li fraintende: pretende troppo da loro, ci gioca sopra una posta che non si può permettere. E poi i morti, si sa, non sono di compagnia: mica perdono tempo a rispondergli. Per questo, anche i vivi: sembra non gli diano molta corda, lo lascino cantare. È il destino dei vecchi, lui pensa: gli altri hanno il coltello dalla parte del manico. Lui stesso, a suo tempo… (non con suo padre, che era impossibile trattare male). Comunque il nostro (ex nostro) vecchio si sente molto solo. E in credito di conforto e affetto, a volte; ma poi si dice che l'affetto che non gli danno, e di cui ha un disperato bisogno, evidentemente non se l'è meritato.