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Il treno dei Lumière porta ancora nel futuro

Gigio Rancilio venerdì 21 febbraio 2020
Un treno a vapore si avvicina alla stazione. Sul marciapiede, accanto al binario, ci sono alcune persone che lo attendono. Il treno arriva e si ferma. Alcuni passeggeri scendono, altri salgono. In sé la scena non ha nulla di straordinario. Ma la prima volta che fu proiettata fece sobbalzare gli spettatori. Girata nel 1895 a La Ciotat, dai fratelli Lumière, grazie ad una particolare angolazione della cinepresa, fece credere agli spettatori presenti in uno dei primi cinema che la locomotiva potesse investirli e schiacciarli.
I puristi vi diranno che questo non è - come invece molti credono - il primo film proiettato nella storia del cinema (la prima proiezione è un mini documentario che ritraeva il momento dell'uscita degli operai della fabbrica Lumière a Lione). Eppure, quando uscì nel 1896, fu un evento. Oggi chiunque può vederlo anche su YouTube a questo link https://youtu.be/MT-70ni4Ddo
Da allora di anni ne sono passati 124. Tanti. Ma dal punto di vista tecnologico sembrano un millennio. E anche la versione a colori del filmato - creata, anni fa, con l'ausilio dei computer - dà a quelle immagini solo una pallida vernice di attualità.

Ben diverso, sotto tanti punti di vista, è il lavoro appena messo su YouTube dal russo
Denis Shiryaev, che ha trasformato quel documentario preistorico in un filmato in 4k e a 60 fotogrammi per secondo, cioè in altissima definizione. Guardandolo, la scena resta datata ma la qualità del video è impressionante (lo trovate qui https://youtu.be/3RYNThid23g ).
Fino a poco tempo fa era impossibile realizzare qualcosa di simile. Non tanto perché è stato realizzato un "upscaling", cioè la conversione di un filmato ad una qualità superiore (lo fanno ormai anche molte tv) ma perché la distanza tecnica tra il filmato originale e il nuovo prodotto digitale in 4K fino a poco tempo fa appariva impossibile da colmare.
Per riuscire nell'impresa sono stati utilizzati ben due sistemi basati sull'intelligenza artificiale. Il primo si chiama IA Gigapixel e lavora "riempiendo di dettagli le immagini, man mano che vengono ingrandite". Lo fa dopo avere analizzato il processo contrario, cioè dopo avere studiato in migliaia e migliaia di immagini quali informazioni si perdono ridimensionandole.
Il secondo processo di lavorazione è stato realizzato con DAIN (Depth-Aware Video Frame Interpolation), creato da un team di ricercatori e ingegneri di Google (questo è il suo sito https://tinyurl.com/uw94rrd ). Anche DAIN si riempie di dettagli, come AI Gigapixel, "ma lo fa inserendo immagini intere anziché singoli pixel e aumentando la frequenza dei fotogrammi". Per imparare, il sistema di Google ha analizzato tecnicamente un enorme archivio di video esistenti, prendendo in esame ogni aspetto tecnico della ripresa e del video.
Il risultato ottenuto dal filmato in 4k dei Lumière, grazie a questa doppia intelligenza artificiale, è tecnicamente sbalorditivo. Anche per un altro aspetto: alcuni dettagli presenti nel nuovo filmato 4k non esistevano in origine, ma sono il frutto dei migliori calcoli matematici disponibili al momento.
Tutto questo dovrebbe entusiasmarci come i primi spettatori del documentario dei Lumière. Perché? Perché è la dimostrazione che, a breve, sarà possibile con modica spesa trasformare in altissima definizione anche qualunque nostro filmato amatoriale, archiviato magari su Super8 o Vhs. Poter portare i nostri ricordi nel presente e nel futuro, dando loro la massima qualità digitale possibile, forse farà storcere il naso ad alcuni puristi. Ma per noi comuni mortali è un passo fondamentale. Un modo per ricordarci che la vera tecnologia non è (come continuano a ripeterci) divertimento, sogno o paura. Ma qualcosa che rende migliori le nostre vite nel quotidiano. Anche a partire da un vecchio filmato d'epoca.