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Ferruccio di Magonza. Il soldato convertito per la «buona battaglia»

Matteo Liut mercoledì 28 ottobre 2015
L'unica vera "buona battaglia" è quella per il Regno di Dio, che non usa le armi per vincere ma la forza della testimonianza. È questo il messaggio che ci consegnano le numerose storie dei soldati convertiti risalenti ai primi secoli dell'epoca cristiana, quando il potere era ancora rappresentato dall'Impero romano. Un insegnamento che emerge anche dalla vicenda di san Ferruccio di Magonza, il cui martirio è difficilmente databile, anche se secondo gli studiosi dovrebbe collocarsi all'inizio del IV secolo durante la dura persecuzione di Diocleziano. Ferruccio era un soldato dell'Impero, di stanza a Magonza quando si convertì al cristianesimo e depose le armi. Arrestato, torturato e lasciato morire di fame in cercare in una località sulle rive del Reno, corrispondente all'odierna Kastel.Altri santi. Santi Simone e Giuda, apostoli (I sec.); san Fedele di Como, martire (III sec.).Letture. Ef 2,19-22; Sal 18; Lc 6,12-19.Ambrosiano. At 1,12-14; Sal 18; Ef 2,19-22; Gv 14,19-26.