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Il ritorno scabroso di Montalbano

Andrea Fagioli mercoledì 8 marzo 2017
In una sorta di tragedia greca rivisitata, il primo dei due episodi inediti del Commissario Montalbano («Un covo di vipere»), lunedì 27 febbraio su Rai 1, ci ha proposto una storia dalle tinte forti con situazioni indubbiamente scabrose: un padre ucciso due volte dai figli, dapprima avvelenato dalla figlia, con la quale nascondeva un rapporto incestuoso, e poi dal figlio che (credendolo vivo e non immobilizzato dal veleno somministratogli dalla sorella) gli spara un colpo di pistola. In precedenza c'era stato il suicidio della moglie venuta a conoscenza della relazione incestuosa del marito con la figlia dalla quale era nato anche un bambino. Infine, il suicidio della figlia stessa una volta scoperta dal commissario. Nel secondo episodio («Come voleva la prassi»), lunedì 6 marzo, si è passati dalla tragedia greca alla mitologia romana con la storia di «Androclo e il leone» rivissuta da Montalbano al quale viene salvata la vita per il fatto che lui a sua volta l'aveva salvata a un malvivente (un po' come il leone a cui Androclo aveva tolto la scheggia dalla zampa). Per il resto, anche in questo caso una vicenda torbida (una «storia orrenda», la definisce il suo stesso autore, Andrea Camilleri) sullo sfondo di orge sadiche con violenze inaudite tanto da portare alla morte una giovane prostituta. Sul piano delle storie, dunque, Il commissario Montalbano, dopo la pedofilia e la maternità surrogata della precedente stagione, conferma la scelta di temi molto complessi per un pubblico così numeroso e indiscriminato come quello che messo insieme in certe occasioni (oltre undici milioni di telespettatori). Tenendo anche conto di concetti pericolosi che a volte, pur nella finzione televisiva, vengono espressi a commento dei fatti delittuosi. A proposito di Giovanna, la figlia del primo episodio, Montalbano spiega che, «se arrivi alla sostanza, ha ucciso per amore, sia pure un amore discutibile». Presa coscienza di questo, resta il valore di un prodotto che punta soprattutto su personaggi e ambientazioni: dal Montalbano di Luca Zingaretti (un brand) a Fazio, Augello, Catarella, ai panorami di una Sicilia mozzafiato. Per cui non conta il giallo, intuire prima o dopo l'assassino. Conta il modo con cui e il contesto nel quale Montalbano arriva a risolvere il caso. A volte ricongiungendo storie che sembra non c'entrino niente l'una con l'altra.