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Il resoconto dell’Inps sugli aumenti 2023

Vittorio Spinelli giovedì 3 novembre 2022
L’Inps ha accreditato ieri la rata di pensione di novembre. Per i sacerdoti pensionati del Fondo Clero l’importo netto risulta più alto della consueta rata mensile. Un aumento modesto – sempre ben accetto – che ha carattere straordinario e si inserisce tra i nuovi provvedimenti di contrasto all’inflazione e alla perdita del potere d’acquisto dei trattamenti di pensione fino a 2.692 euro. Si tratta quindi di una misura pressoché generale di cui beneficiano i pensionati dell’Istituto indipendentemente dalla categoria di appartenenza. Spiega l’Inps che il decreto Aiuti ha previsto questo aumento come anticipo del rinnovo delle pensioni del 2023 nella misura del 2%. Per chi riscuote più pensioni, questa aliquota si applica sull’importo cumulato in pagamento, con alcune eccezioni (come le pensioni di vecchiaia in cumulo e altre). Il Fondo Clero è tra queste eccezioni, tuttavia le pensioni del Fondo non sono escluse dall’anticipo del 2%. Infatti, per i sacerdoti bititolari di pensione l’aumento è applicato sul 2% di ogni singolo assegno (in genere “clero” e “scuola”). A conti fatti, il risultato è identico a quello per le pensioni cumulate. La diversa applicazione deriva da una antica normativa che separa il Fondo Clero dalle altre gestioni Inps. In ogni caso l’incremento è corrisposto d’ufficio sulle rate di ottobre, novembre, dicembre e sulla tredicesima 2022. Sul cedolino di pensione, l’aumento appare sotto la voce “Incremento D.L. Aiuti bis”. L’importo è imponibile Irpef e viene tassato su ciascuna mensilità. L’incremento lordo e la relativa tassazione sono visibili anche sul certificato di pensione “OBIS M”. Malgrado l’attenzione dedicata al Fondo, l’Inps non riporta precisazioni sugli effetti del nuovo beneficio sulla trattenuta di 1/3 della pensione clero a carico dei sacerdoti titolari anche della pensione della scuola o di altra pensione da lavoro dipendente. La trattenuta rileva infatti solo ai fini della misura delle pensioni, senza riferimento ai redditi del titolare. Si ritiene che l’aumento, essendo un anticipo della rivalutazione del 2023, non muta la situazione in corso per i sacerdoti già soggetti alla riduzione della pensione clero, che verrà quindi applicata solo dopo l’effettivo rinnovo del 2023. © riproduzione riservata