Rubriche

Il presepe come una «terapia»

Quinto Cappelli giovedì 3 gennaio 2019
Il presepe è tradizione, ma anche devozione, cultura e perfino terapia. Sì, terapia, cura e un modo di affrontare la malattia, nella speranza di superarla. Fra una chemio, una tac e una risonanza magnetica Nicoletta Mercuri, 64 anni, mamma e nonna, guida anche l'Associazione "Portico il paese dei presepi", che sulle colline di Forlì, ha allestito per le vie del piccolo paese centinaia di Natività piccole e grandi, di tutti i materiali e gli stili, dedicandole quest'anno al tema del "Riuso e riciclo". Aiutata da alcuni abitanti del paese romagnolo ai confini con la Toscana, Nicoletta lotta contro il male per dare speranza a se stessa, ma anche per offrire a migliaia di visitatori (specie famiglie con bambini), che arrivano dalla Romagna e dalle regioni vicine, «la cura dell'anima con la bella rappresentazione che sta alla base del cristianesimo, come ci ha insegnato otto secoli fa san Francesco». La tradizione dei presepi per le strade del paese di Portico di Romagna è molto antica. Poi una trentina d'anni fa alcuni abitanti si riunirono in associazione, diffondendo i presepi davanti a quasi tutte le case dei 400 abitanti. Da un anno alla testa dell'associazione "Portico il paese dei presepi" c'è Nicoletta, che dedica tutto il tempo libero dalle cure mediche e dall'ospedale "al paese dei presepi".