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Il pasticcio dell'Isee, altri disagi per i disabili

Vittorio Spinelli martedì 24 marzo 2015
È partito male l'Isee 2015, l'indicatore che dovrebbe fotografare con maggiore precisione la situazione patrimoniale dei cittadini in condizioni disagiate. Alcune lacune del nuovo sistema ricadono in particolare sulle diverse categorie di disabili, quanti richiedono ogni anno prestazioni socio-assistenziali diverse.Tre sentenze del Tar del Lazio (nn. 2454, 2458 e 2459 del 2015) hanno messo in luce due anomalie, e non di poco conto, del decreto che regola il nuovo indicatore: la prima si riferisce ad una disparità di trattamento tra disabili a seconda della minore o maggiore età (Isee favorito da franchigie da 4.000 a 9.500 euro solo nel caso dei minori). L'altra invece include fra gli incrementi di "ricchezza" del richiedente anche i trattamenti previdenziali e assistenziali percepiti in condizioni di disabilità. Come dire che la pensione di invalidità civile e l'indennità di accompagnamento non devono essere considerati quali "redditi" ai fini dell'Indicatore.Le irregolarità del decreto devono essere perciò sanate con un appropriato intervento legislativo, purtroppo attraverso un iter alquanto complesso e che tiene ora in sospeso l'efficacia del sistema. È anche vero che l'Inps, sul suo sito, precisa che in caso di difficoltà per l'Isee Sociosanitario è consentito richiedere allo stesso tempo un Isee ordinario, senza ricevere per questo il rigetto o lo scarto della domanda.Ma anche l'Isee ordinario mostra le sue pecche. Come documenta una recente indagine del Sole 24 Or, la maggior parte dei Comuni non ha ancora provveduto ad applicare i nuovi valori di calcolo previsti dalla legge e da applicare all'Isee 2015, lasciando così ancora in vigore gli importi del 2014; col rischio di considerare "poveri" oppure "ricchi" quelli che un corretto Isee valuterebbe altrimenti.Assistenza domiciliare. A far le spese in questi giorni dell'Isee azzoppato sono gli interessati al progetto Inps "Home care Premium" che riserva ai pubblici dipendenti e ai pensionati del settore pubblico (ex Inpdap ed ex Enam), oltre ai rispettivi coniugi e familiari di primo grado, la possibilità di usufruire di diverse misure di assistenza, in particolare a domicilio, se sono in condizioni di non autosufficienza.La scadenza per la presentazione delle domande - presso i Comuni oppure on line sul portale dell'Inps - è stata prorogata alle ore 12 del prossimo 31 marzo. Con la domanda va presentata la Dsu (dichiarazione sostitutiva unica) collegata all'Isee Sociosanitario della famiglia nella quale è presente il beneficiario. Le anomalie riscontrate dal Tribunale del Lazio rischiano di mettere fuori gioco non pochi partecipanti al progetto.