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Il matrimonio banalizzato in Tv

Andrea Fagioli giovedì 11 novembre 2021

Verbosa, tremendamente verbosa a suon di «percorso», «mettersi in gioco», «possibilità», «porte aperte», «porte chiuse» e una serie di «tu non hai capito nulla di me». Si è risolta in un chiacchiericcio insopportabile la cosiddetta reunion delle coppie di Matrimonio a prima vista Italia (martedì in prima serata su Real Time, canale 31 del digitale terrestre), il programma che all'inizio prevede la formazione di tre coppie in base a criteri di compatibilità identificati da un trio di cosiddetti “esperti di relazioni sentimentali”, dopo di che si procede al matrimonio civile senza che gli sposi si siano mai visti prima. Finita la cerimonia e i relativi festeggiamenti, i due partono per il viaggio di nozze, convivono per un mese come marito e moglie e alla fine decidono se rimanere insieme o divorziare, non prima di essere ripassati al vaglio degli “esperti”. Che non si dica, però, che questo è un esperimento sociologico anche se controverso, perché non è vero.

Come al solito chi si propone per certi programmi lo fa spinto da una buona dosa di narcisismo con il solo scopo di un po' di visibilità o tuttalpiù per una sorta di spirito d'avventura. Ma quello che più preoccupa, trattandosi di un matrimonio vero (così almeno dicono e c'è da crederci), sono i sindaci (o chi per loro) che si prestano al “gioco” in barba a Costituzione e Codice civile. Per non parlare di genitori e parenti che a loro volta non sono da meno e anziché sconsigliare i propri congiunti li assecondano in tutto e per tutto nell'affrontare un game show (altro che reality) che mette alla berlina il matrimonio (sia pure civile) banalizzando l'istituto che in ogni caso fonda la società naturale. E poi, se il matrimonio è vero, anche il divorzio di conseguenza deve essere vero. Nell'insieme uno scempio al quale anche martedì hanno assistito 500 mila telespettatori: non pochi per un'emittente come Real Time.