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Il mal di commenti colpisce i blog senza preferenze di ecclesiologia

Guido Mocellin venerdì 23 ottobre 2015
Credo che un po' di ironia faccia un gran bene allo spirito, anche a quello dei cristiani. Perciò, a tre giorni dalla diffusione del «romanzaccio» su papa Francesco malato, ho un solo consiglio di lettura in Rete da dare, oltre a quanto esaurientemente e autorevolemente ha già scritto “Avvenire”: il pezzo postato sul suo blog “Sacri Palazzi” da Andrea Tornielli, e intitolato «Neurogiornalismo: vedo il Papa volare» (http://tinyurl.com/pzje5g8).In attesa invece della conclusione del Sinodo, che dall'inizio di ottobre continua a monopolizzare – con un post su due – l'attenzione dei sempre numerosi informatori e commentatori ecclesiali digitali, mi ha molto incuriosito la scoperta di un terzo blog “religioso”, dopo quelli di Luigi Accattoli e di Mauro Leonardi, costretto negli ultimi tempi a mettere in pubblico i propri problemi con i commenti e a dare ragione della linea scelta in tema di moderazione.Il blog in questione è “Chiesa e post concilio”. Uno dei moderatori del sito, che si firma “Esistenzialmente periferico”, ha preso la penna, pardon, la tastiera, e ha impartito con speciale fermezza una lunga lezione (http://tinyurl.com/nu88ubr), che immagino condivisibile da molti altri blogger. Cito il passaggio che mi è parso più espressivo: vi si spiega che il problema della moderazione o “censura” nasce «dal fatto che molti pensano che essere sgradevoli sia bello. Pensano che siccome la verità fa male, allora ogni cosa che fa male sarebbe la verità. Pensano che siccome la medicina è amara, allora ogni amarezza sarebbe medicina».“Chiesa e post concilio” appartiene a una famigliola di blog fortemente caratterizzati da una visione ecclesiale antimoderna e segnatamente critica, come in questo caso il titolo lascia intendere, con la strada intrapresa dalla Chiesa cattolica romana dopo il Concilio Vaticano II. Ma quando si tratta di troll (e in genere di contenere il narcisismo di chi commenta sui blog) l'ecclesiologia fa, evidentemente, poca differenza.