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Il finale

Roberto Mussapi domenica 13 agosto 2023
La tempesta di Shakespeare è una assoluta Preistoria, una di quelle opere che divengono, con i loro personaggi, archetipi. L’aspetto più straordinario di questa Preistoria piena di vicende e realtà straordinarie è il finale: Prospero, duca di Milano, tradito dal fratello che gli ha usurpato il trono, miracolosamente salvo in un’isola, nella cui grotta potenzia la sua arte di mago. Opera la sua giustizia-vendetta, scatenando una tempesta sulla nave che passa nei pressi dell’isola. A bordo tutti i suoi nemici. Il mago, con l’aiuto del fedele Ariel, demone dei venti, li imprigiona, li ha in pugno, può operare la sua giusta vendetta. Ma la figlia Miranda che si innamora del buon Ferdinando figlio del re di Napoli suo nemico, e la compassione di Ariel per i “cattivi” storditi e smarriti, mutano il suo cuore: li convoca, li libera, tramuta la vendetta in perdono. E nel farlo afferra la sua bacchetta magica, la spezza, la getta nel fondo del mare. Ora la mia magia deve terminare: tutto si è ricomposto, è tornata armonia dalla divisione, ho concluso il mio compito, e restituisco la bacchetta alla sede del mistero, al fondo del mare. La spezzo, non sono più un mago. Prospero sta dicendo che la magia ci è data in prestito. Come la poesia. © riproduzione riservata