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Perpetua e Felicita. Il coraggio di due madri che affrontarono le belve

Matteo Liut mercoledì 7 marzo 2018
«Avverrà su quel palco ciò che Iddio vorrà; sappi che noi non siamo in potere di noi stessi, ma in quello di Dio»: in queste parole della giovane Tibia Perpetua sta tutto il senso dell'agire dei cristiani di ogni tempo. Chi segue Cristo, infatti, sa che la propria vita è dono per il mondo e non può che essere trattata come un tesoro prezioso che non ci appartiene. Il diario di Perpetua è un documento prezioso che ci racconta la prigionia di una giovane donna di buona famiglia, arrestata a Cartagine nel 203 per la sua fede e poi condannata a essere sbranata dalle belve. È una madre e con gli occhi di donna racconta quelle sofferenze, condivise con la più giovane Felicita, figlia di suoi servi, che è incinta. Con loro ci sono anche Saturnino, Revocato e Secondulo: non sono ancora stati battezzati e il martirio diventerà il loro Battesimo.
Altri santi. San Paolo il Semplice, monaco (IV sec.); san Gaudioso di Brescia, vescovo (V sec.).
Letture. Dt 4,1.5-9; Sal 147; Mt 5,17-19.
Ambrosiano. Gen 21,7-21; Sal 118,73-80; Pr 10,28-32; Mt 6,19-24.