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Il clima mina la produzione agricola. Dagli alberi sparisce un frutto su quattro

Andrea Zaghi domenica 13 maggio 2018
L'agricoltura soffre gli effetti del clima pazzo. Pare infatti che quest'anno sia già sparito dagli alberi un frutto su quattro. Colpa del crollo dei raccolti in tutta Europa a causa dell'andamento climatico caratterizzato da gelate e grandine e poi da giorni di caldo. Una situazione che ovviamente ha già fatto e farà sentire ancora pesanti effetti anche dal punto di vista economico.
A fotografare la situazione è stata ieri Coldiretti che ha sottolineato la situazione critica di albicocche, ciliegie, pesche, nettarine e susine. A conti fatti (parziali) in Italia le prime stime indicano un raccolto di pesche in calo di oltre il 20% nel mezzogiorno e del 15% al nord e una produzione inferiore rispetto allo scorso anno tra il 10 ed il 30% per le ciliegie (ma con pezzature più grandi e migliore qualità). Ridotta anche – ha precisato poi Coldiretti – la disponibilità delle susine mentre ci saranno circa il 20% di albicocche in meno nei frutteti in Emilia-Romagna, Campania, Basilicata, Puglia, Sicilia, Piemonte e Calabria. Situazione pressoché simile in tutta Europa. Per il nocciolo è prevista una raccolta in contrazione oltre che in Italia anche in Spagna, Francia e Grecia, con tagli che potrebbero oscillare tra il 10 ed il 30% rispetto al 2017.
Tutto questo avrà come si è detto riflessi sui consumi e quindi sull'economia. Prezzi più alti e possibile presenza di frutta proveniente da altri Continenti, sono le due possibilità. Da qui anche il consiglio della Coldiretti di verificare cosa si acquista. Ciò che più conta dal punto di economico è che il crollo dei raccolti avviene dopo il record del decennio fatto registrare nei consumi di frutta e verdura delle famiglie italiane arrivati a 8,52 miliardi di chili nel 2017 con un aumento del 2,2% rispetto all'anno precedente ed una storica inversione di tendenza rispetto al passato.
Più domanda quindi che deve fare i conti con un crollo dell'offerta che apre quindi il campo alle importazioni e alle contraffazioni. Da qui l'attenzione sui controlli relativi all'etichettatura di origine per evitare, come ha spiegato ancora Coldiretti, «che importazioni dall'estero vengano spacciate come made in Italy». Secondo i coltivatori, fra l'altro, «la ricerca di sicurezza e genuinità nel piatto porta l'88% degli italiani a bocciare la frutta straniera e a ritenere importante scegliere nel carrello frutta e verdura Made in Italy».
L'agricoltura in ogni caso si conferma essere per davvero una fabbrica a cielo aperto. Con tutte le conseguenze del caso. La frutta estiva fra l'altro non è l'unico prodotto a soffrire degli effetti del maltempo che si farà sentire anche sui raccolti autunnali.