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IL BIMBO CHE DORME

Gianfranco Ravasi domenica 11 settembre 2005
Se andassimo nel mondo con la noncuranza del bambino, che s"addormenta nel bel mezzo della folla, il mondo non riuscirebbe a turbare il nostro cuore più di quanto può influenzare la respirazione ampia e leggera del bambino che dorme.Questo quadretto disegnato dallo scrittore francese Christian Bobin (Il distacco dal mondo, ed. Servitium) si presenta non di rado davanti a chi, in mezzo alla folla di una metropolitana o di una piazza, si ferma a guardare i volti. I bambini addormentati sul petto della madre, mentre all"esterno c"è rumore, si odono grida, ci si agita, non fanno invidia solo a chi per prendere sonno ha bisogno, come me, di tanta attesa e di situazioni propizie. C"è un"invidia più santa e profonda che già il Salmista aveva raffigurato con la stessa scena: «Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l"anima mia» (131, 2).Riuscire a conservare la pace nel turbinio del mondo, nel logoramento a cui ci sottopone la frenesia moderna, nella tensione e nella tentazione incessante a fare, possedere, conquistare, è un dono divino. È la necessità di ritrovare la pacatezza del silenzio in mezzo alle troppe chiacchiere, la quiete del riposo festivo oltre la vacanza faticosa del week-end, la capacità di meditare, contemplare e pregare assieme all"agire, al calcolare, all"intervenire. La «respirazione ampia e leggera» del bambino è quella dell"anima che sa appunto respirare in sintonia con l"alito di Dio, cioè col suo Spirito. È il battito della coscienza in armonia col fremito del cuore di Dio.