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Televisione. “Iene” contro i preti Solito sciacallaggio

Andrea Fagioli venerdì 18 febbraio 2022

La caccia al prete è uno degli sport preferiti da Le Iene (il mercoledì su Italia 1). Abbiamo visto spesso gli inviati del programma all'inseguimento di religiosi, ma l'altra sera, forse per la prima volta, ne abbiamo visto uno, Andrea Agresti, infilarsi in un confessionale fingendosi un penitente. È un gesto grave, attenuato dal solo fatto che Agresti si è dichiarato poco dopo l'inizio della confessione.

Il tutto a chiusura di un servizio su una quarantenne di Bergamo, Enrica Locatelli, che ha sempre creduto di essere figlia di genitori italiani, anche perché i documenti anagrafici lo confermavano, fino a che non ha scoperto di essere nata in Paraguay e, si dice, di essere stata rapita e venduta a pochi giorni dalla nascita. Il responsabile, anche della falsificazione dei documenti, sarebbe un missionario italiano, padre Attilio Cordioli, redentorista. Nei suoi confronti Le Iene hanno rivolto accuse infamanti parlando di tratta di esseri umani e poco importa il punto interrogativo nel titolo del servizio («Questo prete vendeva bambini in Paraguay?») quando tutto è stato costruito per dimostrare che il religioso è coinvolto in un traffico internazionale di bambini.

La storia è sicuramente controversa, ma per accuse di questo tipo ci vogliono prove concrete (che poi sarebbero materia della magistratura), altrimenti è il solito processo mediatico che ti fa sembrare colpevoli le persone perché hanno una reazione sbagliata di fronte alle telecamere. Per di più nella ricostruzione della storia c'è qualcosa di strano. Ad esempio non si capisce perché quando Enrica è andata a chiedere agli zii notizie sulle proprie origini si è presentata con una telecamera nascosta. L'impressione è che fosse già tutto pensato in vista del servizio de Le Iene, che tra l'altro avrà un seguito.