Rubriche

I «miracoli» di ogni giorno

Maria Romana De Gasperi sabato 19 settembre 2009
Sabato 19 settembre san Gennaro. Inutile chiedersi con i mezzi della ragione perché ogni anno, nello stesso giorno in quella piccola ampolla il sangue del santo si liquefa. Come ci sembra inutile chiederci come mai l'immagine di Maria appaia quasi sempre a degli innocenti che non sanno esprimersi e soprattutto nei paesi civilizzati. Perché ciò non avviene mai in Africa, in Palestina, il suo paese di origine, a New York dove potrebbe legare a sé tanta gente incredula? La nostra piccola mente umana non sa darsi risposte. È vero ci sono nel mondo tante Madonne dipinte, salvate, secondo una tradizione, dalle acque, dalle tempeste e portate miracolosamente nelle chiese, ma è un'altra cosa. La fede ci ha sempre chiesto un credo senza prove certe anche se la tentazione sarebbe di abbandonare tutto finché non ci fosse dato di toccare con le nostre mani di carne ciò che appartiene al cielo e si manifesta con presenza che noi mortali possiamo appena sopportare perché ancora innocenti e incapaci di rendersi conto dell'immensità e della straordinarietà di certe manifestazioni al di fuori della realtà quotidiana. Eppure anche nella nostra vita modesta avvengono delle apparizioni che non sappiamo decifrare. Quando ad esempio tutto sembra perduto, la famiglia spezzata, i figli senza più amore per i genitori, o psicologicamente lontani, forse anche il lavoro perduto o che si allontana negli anni, un aiuto ci arriva da dove non lo avremmo aspettato mai. Importante è saper chiedere e non perdere mai la fiducia nella bontà nascosta del mondo. «Sperare tenacemente è marciare sicuri verso la luce» diceva De Gasperi a conclusione di un discorso del gennaio 1951 al Congresso Nazionale dei giovani della Democrazia Cristiana. In quella occasione egli aveva ricordato il cieco di Betsaide nel racconto di S. Marco: «Ibhe, tale era il suo nome, era stato condotto a Cristo perché lo guarisse. Egli non gli aveva ridato subito la vista, ma prendendolo per mano lo aveva condotto fuori della borgata dove la guarigione fu graduale. Il cieco però ne era stato certo appena il Signore gli aveva dato la mano e si era incamminato con lui». «Ecco, cari giovani», " terminò De Gasperi " , «sperare tenacemente è già camminare verso la luce». Quindi verso una coraggiosa speranza. Questo vorrei poter dire ai giovani che oggi guardano al mondo con sfiducia, quando prendono come fatti politici quel gossip che serpeggia in questa società e soprattutto negli ambienti della politica riducendone il livello e l'interesse. Leggete, se potete, i nuovi volumi usciti da qualche mese (Alcide De Gasperi, Rubettino) sulla vita di quest'uomo che non ha perduto mai il coraggio né il senso della propria vita anche quando da giovane aveva fame e freddo, e più avanti aveva affrontato la prigione credendo, in ogni caso, nella bontà del Signore. «Prendete la vita di giorno in giorno come la manda il Signore. Non angustiatevi per il domani Egli provvede anche per i passeri che intravedo lontani attraverso le inferriate». La sua fede aveva forse una dimensione biblica che noi difficilmente afferriamo, ma che traduceva per tutti con parole semplici e facili da comprendere.