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I lecca-lecca di un'Alice postmoderna

Gloria Riva giovedì 16 novembre 2017

Mi piaceva molto Alice nel paese delle Meraviglie. Quando ero piccola m'incantavo davanti alle immagini, inventando viaggi misteriosi dove, come per Alice, animali e oggetti prendevano vita e anima. Oggi non so quanto possa piacere la fiaba di Lewis Carroll: troppo sognante per una generazione che si emancipa presto, che si sveglia a dieci anni già donna, che a quindici conosce tutti i segreti della sessualità e a diciassette si ubriaca, passando la notte fuori casa. Cronaca nera recente, che ha suscitato polemiche a non finire: parole gravi a destra e a manca, senza che alcuno centri il bersaglio. Senza che si colga il criterio vero per valutare la situazione odierna. Nicoletta Ceccoli, sammarinese doc, ha fatto di Alice quasi il leitmotiv della sua produzione artistica: fiabesca, surrealista eppure anche venata di denuncia circa la qualità della fanciullezza e dell'adolescenza dei nostri figli. L'opera Dolce amara impressiona: sì, è solo una piccola Alice quella bimba esile e tutta azzurra, una fanciulla colta nell'atto di assaporare un gigantesco lecca-lecca; eppure nel morso innocente si profila il dramma. La bocca della piccola si macchia di sangue, così pure l'abito e lo sguardo fisso si perde nel vuoto.

Nicoletta Ceccoli, Dolceamara (ragazza con il Lecca-lecca) acrilici su carta, Collezione Privata.

Come non pensare alle continue notizie di cronaca: sedicenni abbruttiti dall'alcol, scappati con uomini e donne più grandi di loro, uccisi da coetanei, affondati nell'uso di sostanze stupefacenti e via di questo passo in un elenco che potrebbe non finire mai? Ciò che sorprende nelle opere di Nicoletta Ceccoli è come, accanto alle sue bambine, l'adulto non ci sia mai. È la domanda che c'entra il bersaglio del dramma attuale: dove sono gli adulti-educatori nel mondo dei giovanissimi che navigano sulle strade in improbabili ore notturne? Dove sono i “no” opportuni che salvaguardano i giovani dal pericolo della vita sprecata, del godimento fine a se stesso, del possesso senza regole e senza criteri? Dobbiamo confessare che, in molti casi, adulti o non ce ne sono, o sono inefficaci, non raggiungono né il mondo, né la mentalità degli adolescenti. Ecco allora che il morso di questa dolce-amara vita, dolce per la trasgressione e amara per le conseguenze, imbratta di sangue la povera Alice e la getta nello sgomento. Nessuno, tuttavia, sembra accorgersene, forse solo il lecca-lecca, apparentemente innocuo, si mostra preoccupato. È davvero un'immagine fedele alla realtà: chi si preoccupa della sorte di questi giovani? Le cronache dei giornali per lo spazio di brevi giorni. Ma poi? Tutto cade nel nulla e i nomi delle vittime e dei carnefici passano presto. Eppure le Alici di turno ci guardano come le fanciulle della Ceccoli, ci guardano e chiedono conto del nostro essere adulti. Chiedono a noi che, grazie alle pubblicità, alle mode, ai film, alle trasmissioni di ogni genere, alle pagine Facebook, abbiamo depositato i minori tra le braccia di un mondo senza scrupoli e senza senso, facendo passare le pratiche più oscene e più mortificanti come un innocuo lecca-lecca.