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I fondi alla start up li sceglie la tv

Andrea Fagioli giovedì 28 marzo 2019
«Mi disegno da sola la cassa da morto e organizzo pure il mio funerale». Lei si chiama Rosalba e ha pensato che sia possibile reinventarsi la cerimonia funebre per sé e per gli altri a proprio piacimento con una bara colorata, il suono della tromba e i fiori esotici. Un'idea all'apparenza folle che ha finito, invece, per diventare una startup, ovvero lo spunto per una nuova impresa in cerca di sviluppo. Rosalba, passando al “percorso di accelerazione”, si è aggiudicata una delle puntate di B Heroes, il programma in onda dal 25 marzo su Sky Uno dal lunedì al venerdì alle 18.50 con replica il giorno successivo alle 12.20. Le telecamere di B Heroes seguono venti imprese innovative per raccontarne sogni, bisogni ed esperienze. Il 12 aprile, al termine di quindici puntate, sarà svelato chi si aggiudicherà l'investimento principale di 500 mila euro. A seguire, le startup che avranno performato su specifiche aree di business potranno ricevere ulteriori investimenti. Il format è ideato da Fabio Cannavale, fondatore di lastminute.com, e realizzato con Intesa Sanpaolo. B Heroes, infatti, è anche un percorso di tutoraggio per far crescere le imprese. A parte questo, da un punto di vista strettamente televisivo il programma di Sky Uno ha il pregio di trattare con la tecnica a metà strada tra il documentario, il reality e il talent un argomento molto serio come quello dell'impresa nell'era della tecnologia avanzata coinvolgendo soprattutto i giovani. A valutare le startup, come in tutti i talent che si rispettino, ci sono i giudici, in questo caso un trio di esperti in materia composto da Silvia Candiani (amministratore delegato Microsoft Italia), Laurent Foata (managing director Ardian Growth) e Dina Ravera (executive manager Business Angel). Tante le storie raccontate e le idee innovative: dagli inventori dell'elettrocardiografo per smartphone all'impresa che ha brevettato un arredo personalizzabile e facile da costruire come un Lego. Per il momento il planner per il funerale anziché per il matrimonio, appare la startup più originale, ma anche la più inquietante. Sicuramente quella che fa più spettacolo. Del resto la televisione è televisione anche quando c'è di mezzo il business.