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I CUGINI DI ZAMPAGNA

Massimiliano Castellani giovedì 10 maggio 2018
Ci sono dei calciatori rari, che, pur non essendo dei fuoriclasse, rimangono per sempre nel cuore della Curva. Riccardo Zampagna, ovunque abbia giocato da Messina a Bergamo, ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei tifosi. "Riccardo cuor di pallone" è stato un bomber da sangue e sudore, votato al gioco, non al denaro, ma all'amore per il gioco. Sguardo sempre fisso al cielo a ricordare papà Ettore, Zampagna, è un ternano verace, di Borgo Rivo, un simbolo, in campo, di ciò che resta della working class italiana. «Devo tutto a mio padre Ettore, il mio primo tifoso, se non sono finito come lui, operaio alla catena delle Acciaierie di Terni». Riccardo ha fatto tutto "a rovescio": centravanti part-time nei dilettanti alla Narnese, tappezziere di giorno, allenamenti serali, le partite alla domenica. E quando ormai sembrava tardi per sfondare e "scarso" per meritare il calcio che conta, a forza di sportellate, colpi di testa e rovesciate a rete si è guadagnato il rispetto, e la Serie A. Stessa sorte per Christian Riganò: faceva il muratore ma a suon di gol, dai dilettanti - a 32 anni, quando ormai non ci credeva più nessuno - è sbarcato in Serie A con la Fiorentina. Avrebbe meritato stessa sorte Gaetano Prisciandaro: oltre 300 reti segnate, in tutte le categorie, ma oggi per campare fa il barista. Magari stasera Christian e Riccardo si ritrovano al bar di Gaetano: è lì che se la cantano e se la suonano i "cugini di Zampagna".