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I costi delle eccedenze agricole

Vittorio Spinelli sabato 24 settembre 2005
In agricoltura si può arrivare a spendere più per gestire le eccedenze che per migliorare la produzione. è una storia vecchia - certo - ma ancora oggi, e per comparti di gran pregio, accade proprio questo. Mentre, per arginare la crisi si pensa di ripercorrere la strada dei prezzi imposti. Intanto, su altri fronti agroalimentari, si fatica a tenere il passo del mercato che cresce, ma spesso nella direzione sbagliata rispetto a quanto vorremmo. Non si tratta di fatti incompatibili l'uno con l'altro, ma semplicemente del risultato della situazione di un settore - l'agricoltura - costituito da pezzi diversi fra loro e gestito spesso in maniera scoordinata oppure sull'onda dell'emergenza. Partiamo dai mercati e da uno in particolare: quello dei formaggi negli Stati Uniti. Si sa, quello Usa è da sempre uno degli sbocchi più ricchi per il nostro export agroalimentare. Un mercato difficile e rischioso, certo, ma in cui il Made in Italy da sempre corre alla grande. Talmente tanto da essere imitato senza nessun freno. Con effetti sconvolgenti. Secondo Coldiretti, infatti, in trent'anni il consumo di formaggi di tipo italiano è cresciuto del 300%, con punte anche del 368% per alcune tipologie. Un successo di mercato, dunque, di cui però non hanno beneficiato i nostri produttori visto che su un consumo pro capite di circa 5,8 chili di formaggi di tipo italiano, solo il 2% è importato dall'Italia. In questo modo, le nostre
vendite hanno di poco superato nel 2004 le 30mila tonnellate: un'inezia rispetto al volume di mercato complessivo che arriva a decine di milioni di tonnellate. La morale? Dopo anni di investimenti e di lotte, anche politiche, siano quasi al punto di partenza mentre il mercato se ne va per conto suo e gli agricoltori - giustamente - protestano. Forse occorrerà spendere i soldi in maniera diversa, ma è necessario stabilire come. Sempre parlando di fondi, tuttavia, il panorama agricolo fornisce un'altra assurdità. I due terzi del bilancio Ue per il settore vitivinicolo sono destinati al governo delle eccedenze di produzione. La sola distillazione e lo stoccaggio dell'alcool - ha fatto notare Confagricoltura - assorbono circa 700 milioni di euro, su un bilancio di 1,3 miliardi. La spesa europea per il miglioramento della produzione, ammonta a circa 450 milioni di euro all'anno: circa il 36% del budget. Una situazione difficile, soprattutto nei confronti del mercato che, fra l'altro, a parte qualche timido segnale di risalita, non sembra entusiasta dei vini prodotti. Crisi di mercato anche qui, quindi, anche se non come quella che devono affrontare i formaggi oltreoceano, ma di fronte alla quale il governo ha pensato di adottare una misura estrema: il prezzo garantito delle uve. Una scelta che ha sollevato polemiche e ha fatto parlare di assistenzialismo ai vertici dell'Unione Italiana Vini, e che potrebbe preludere a passi simili in altri settori. Ma sarebbero tutti dolorosi passi indietro rispetto al mercato.