I blogger imitano i "pasturari": chi c'è quest'anno nel presepe
In sintonia con i dati di cronaca che ritraggono un'Italia «incattivita», Sergio Di Benedetto in questo presepe ha voluto la statuina della bontà, «che tolga vigore al pensare male, al cercare la malizia, al nutrire la sfiducia nell'altro». Assunta Steccanella, prendendo spunto dalla battuta di un piccolo ministrante a proposito del Tabernacolo, ci ha messo «tutti i nostri bambini», perché giochino e crescano insieme a Gesù.
Saggiamente, Gilberto Borghi ha raccomandato di controllare se in effetti Gesù vi sia o dove si sia nascosto, ed eventualmente di cercarlo nel proprio limite. E infatti Gabriella Cecchetto ricorda un Natale di molti anni fa, quando Gesù era ricoverato nel reparto di rianimazione di un ospedale milanese: persino il burbero primario lo riconobbe in una bambina gravissimamente malata. Dando ragione a Marco Pappalardo, per il quale il presepe siamo noi: ieri come oggi, Gesù «si manifesta in chi ci circonda perché accada a tanti e a ciascuno di riconoscerlo in noi e negli altri».