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I bianchi ricordi risvegliati dall'allegria della neve

Maria Romana De Gasperi sabato 18 dicembre 2021
Che freddo stamattina, non senti come corre il vento? Sulle mie spalle si sta formando un velo di ghiaccio e io non trovo il modo di avere un po' di riparo. Perché credi che io ne abbia? La mia posizione è peggio della tua dove le amiche pietre si appoggiano una all'altra, ma non hanno un filo di calore che passi tra loro. Fra poco sentiremo le grida di trionfo e di gioia dei bambini e degli adulti quando quella nuvola ha preso la sua corsa verso il basso e coprirà di bianco le strade da tempo impolverate. Ti sei mai chiesto perché agli uomini il bianco della neve dia un senso di allegria, di novità anche quando porta poi disagio e fatica? Il bianco pare ti dia respiro maggiore, speranza di bellezza, quasi un volo nell'aria inaspettato. Bianco è il primo vestito del nostro bambino, bianco il golfino comperato per la sua festa, bianco l'abito da sposa anche quando non ha più quell'antico senso che le giovani donne portavano davanti agli altari. Bianca è rimasta la neve con il suo fascino freddo e nel silenzio della sua caduta notturna quando scende facendoti sognare ciò che non hai mai visto. Bianco era il mio modesto abito della prima Comunione avuta dalle suore che allora abitavano a piazza Mazzini. Non so come la mia povera mamma allora si fece aiutare a cucirlo, ma a me parve bellissimo. Mio padre da poco ottenuta la libertà dalla sua prigione avuta per amore alla libertà, comperò quel giorno il doppio della misura delle paste dolci e la zia fece la crostata trentina. Ero molto giovane e non ricordo di aver appreso molto della serietà alla quale ci avevano preparato le suore, ma ero felice del mio velo bianco. Bianco era una volta il mio cielo quando la famiglia dei nonni mi teneva ben calda a dormire nella stanza dove tra pochi giorni sarebbe arrivato Gesù Bambino con i regali e io avrei cantato. Cantavo e non sapevo che mio padre era stato condannato alla prigione per amore alla libertà. Cantavo e non vedevo le lacrime negli occhi di mia madre che sorrideva per me nel suo pianto. Quante lacrime anche i prossimi giorni di gioia e di felicità, scenderanno sui visi rimasti soli nel mondo, quanta tristezza passerà nei ricordi di chi ha perduto chi ha amato. L'albero pieno di luci è solo un antico simbolo di gioia e di pace, ma provate a mettere sotto i suoi rami una culla di rami verdi, in ginocchio accanto due genitori felici e sugli alberi canteranno uccelli di splendidi colori canzoni che noi non abbiamo mai imparato. La felicita troverà posto anche nell'anima più povera, la bellezza brillerà nel cielo. La fantasia è una ricchezza che si può costruire con poca fatica. È infine immagino una invenzione di chi ha creato i mondi infiniti per vedere se anche per noi, modeste creature, sarà possibile la riconoscenza, la pietà e l'amore.