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Guardiola timoroso, Mourinho idem E la luce di Balotelli si spegne in panchina

Italo Cucci venerdì 18 settembre 2009
Ho conosciuto Annibale Frossi, il bomber azzurro delle Olimpiadi di Berlino nel '36, il "dottor Sottile" (prima di Giuliano Amato) che giocava con gli occhiali e più tardi, scrivendo per il Corsera se ne venne fuori con la storica battuta secondo cui il risultato perfetto di una partita è lo 0-0, essendo spesso i gol solo errori della difesa.
Beh, mercoledì di errori difensivi in Inter-Barcellona ne ho anche visti, ma neppure un gol. Che barba che noia. Eppure la critica ha salvato la partitissima eurochampions, e l'han salvata anche Guardiola e Mourinho, perché un punto a testa va benissimo. Come no! E la gente che ha pagato il posto a San Siro a peso d'oro com'è rimasta? Soddisfatta? Lo chiederei a George Clooney (han detto che c'era) e a quelli come lui che non potevano neppur concedersi il divertimento di fischiare Ibra.
Il "traditore Ibra"; il "mercenario" Ibra. Come se gli altri fossero patrioti in servizio. E cosa dire di Eto'o? La famosa domanda: chi ha guadagnato nello scambio, il Barcellona o l'Inter?, per ora ha una sola risposta. Eto'o e Ibra.
Ho tentato di parlarne, ieri, con Fabio Capello e trascinarlo a dire qualcosa di Mourinho che, alla vigilia, ha usato una sua battuta («L'Inter deve vincere la Champions») come pretesto per la solita sparata fa Baluardo nerazzurro. Ma Don Fabio è furbo, glissa, fa complimenti a "Mou" senza neanche nominarlo e accetta soltanto di fare un giro fra quelli - spagnoli, inglesi, e anche italiani - che detestano il catenaccio (ma anche l'onesto contropiede) e appena possono l'utilizzano, cercando il pareggino-per-tirare-avanti, magari senza gol così non c'è ferita.
Il vero protagonista l'altra sera è stato Samuel, l'antico "muro de Roma", capace di fermare i valorosi campioni d'Europa addirittura giostrando in piena area: attività che in altri tempi gli sarebbe costata almeno un rigore, mentre ora è pulitamente implacabile.
Sembrava l'Inter di una volta - mi diceva un compagno di tv; ma l'Inter di una volta - replicavo io - dopo le durissime imprese di Burgnich e Guarneri (protetti da Picchi e "alleggeriti" da Facchetti) trovava almeno un golletto di Mazzola Sandrino. E raramente s'accontentava di ubbidire al dottor Frossi.
Una bella differenza, no? Dunque Samuel protagonista, il duello fra Eto'o e Ibra rinviato, il forte sospetto che questo 0-0 somigli molto a quello (fatale) ottenuto contro il Manchester United nella scorsa stagione, anche se in realtà forti sono le possibilità per Inter e Barça di passare insieme senza farsi troppo male. Eppoi, se è vero che s'è accontentato l'incontentabile Mourinho, anche Guardiola ha fatto la sua parte, senza interessarsi del pubblico pagante né dei milioni di televisionari.
Anzi, Guardiola è anche più colpevole, perché ha lasciato che il suo squadrone esibisse quarti d'ora di "torello" senza mai arrivare al dunque, neanche con quel fenomeno (non scherzo) di Messi che forse ha mal digerito la lezione di Maradona. Guardiola certo pauroso davanti all'Inter del fascinoso "Mou", che gli risparmiava la potenza, la classe e la rabbia di Balotelli, l'unico nerazzurro - come spesso capita - in grado di cambiare e risolvere la partita. Balotelli, quanto ad astuzia e velocità, può rimpiazzare alla grande Ibrahimovic. Forse esagero nel far tanti complimenti al ragazzo che spero di vedere in Sudafrica, fra qualche mese. Ma, guarda caso, è la stessa idea di Supermario che ha Capello. Un adoratore confesso del contropiede, le cui squadre segnano montagne di gol.