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Guai, piccoli e grandi di mal/disposizione

Gianni Gennari mercoledì 9 giugno 2010
Certa "mal/ disposizione" confonde, e fa danni. Malpelo lo sa: talvolta mal/disposto ho letto qualche testo peggiorandone il senso, ed ho chiesto scusa. Succede anche agli illustri, p. es. a Marek Halter ("Messaggero", 3/6, p. 23: "La parola delle donne"). Intervistandolo, Francesca Pierantozzi si meraviglia che «il grande scrittore», ateo e maschio, «parli di Bibbia, Vangeli e Corano» e «proponga una lettura femminile delle religioni». A parte il fatto che i Vangeli sono Bibbia, l'intervista è bella, ma in essa ad un certo punto si ricorda con qualche polemica che il dialogo sull'amore perfetto immaginato tra re Salomone e la regina di Saba nel "Cantico dei cantici" ha nella tradizione cristiana come una punta di razzismo, poiché l'amata dice «sono bella, ma nera»! C'entra davvero la razza? Vai al testo biblico (Cant. 1,4) e trovi: «Figlie di Gerusalemme" sono bruna, ma bella», e con seguito immediato, «non guardate se sono bruna, perché il sole mi ha abbronzato». Dunque il razzismo non c'entra niente! Equivoco, forse da mal/disposizione. Stesso giorno qualcosa di simile capita a Maria Serena Palieri ("Unità", p. 42: "Vergine, adolescente, silenziosa. Luce Irigaray dentro il mistero di Maria") che racconta un bel libro della celebre scrittrice femminista sulla «figura di Maria di Nazaret», in cui tra l'altro si afferma che Maria è stata nei secoli troppo trascurata, ma ora Irigaray la «sottrae all'oblio" in cui l'ha relegata la Chiesa millenaria». Così: in un colpo dimenticati secoli di culto e teologia mariani, e tante accuse, non solo laiche, a Chiesa e cattolici di «eccessi mariani». Danni da "mal/disposizione".