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Gli occhi e il sepolcro

Davide Rondoni sabato 15 giugno 2013
Mesi di cammino. Come se Gesù seguisse un disegno strano, un richiamo che ancora non lo fermava nella rosa incendiata della Città santa e maledetta.Però quando due emissari delle sorelle lo hanno raggiunto da Betania, paesino a pochi chilometri da Gerusalemme, dicendo «il tuo amico Lazzaro sta molto male» ha voluto subito venire. Tommaso gli ha preso un braccio: «Veniamo con te, anche a costo di morire».Ha sorriso. Dopo aver percorso la strada che tocca la dolce oasi di Gerico, passata lafortezza di Kypros, con i suoi muri ciechi, hanno disceso per tre ore di primo mattino la via ripida che serpeggia per colline nude e cespugli. E ora il piccolo gruppo avanza nel cimitero del piccolo villaggio spoglio.«Come se fossimo venuti a dare un'occhiata alla morte prima di morire», pensa in un baleno Giacomo. E guarda il suo maestro che con gli occhi rossi di lacrime fissa il sepolcro dell'amico. Li ha visti varie volte discutere, bere insieme. Lazzaro aveva una familiarità con Gesù. Sembrava l'unico che potesse dirgli certe cose. Gesù sapeva di poter contare su quell'uomo asciutto dai modi discreti. Giacomo ha nella memoria le parole del Nazareno sulla fine che dovrà fare. Che pensieri gli passano per la testa mentre osserva il sepolcro con il corpo dell'amico serrato dentro?