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Giulio Prandi fa il bis e si conferma Nuovo disco dedicato a Jommelli

Andrea Milanesi domenica 14 luglio 2013
E due. Chi era in attesa di gradite conferme in seguito all'eccellente debutto discografico con cui Giulio Prandi e le formazioni Ghislieri Choir & Consort hanno iniziato il loro cammino di avvicinamento al repertorio sacro italiano del XVIII secolo non resterà deluso: dopo il successo ottenuto dalla prima raccolta riservata alla musica da chiesa di Baldassarre Galuppi è ora la volta di un album dedicato a Niccolò Jommelli (1714-1774) e ai suoi variopinti adattamenti dei Salmi (cd pubblicato da Deutsche Harmonia Mundi e distribuito da Sony).Figura di primo piano nel panorama musicale italiano, Jommelli riscosse grandi favori sulla ribalta teatrale di Napoli, Venezia e Roma, città dove si trovò a ricoprire (tra il 1749 e il 1754) anche la carica di maestro coadiutore presso la Cappella Giulia e a sovrintendere quindi alle cerimonie celebrate nella Basilica di San Pietro. L'emblematico sottotitolo del disco - Roma, 1751 - apre non pochi spunti di riflessione, come sottolinea acutamente il breve saggio di Raffaele Mellace presente all'interno delle note di copertina; a pochi mesi dall'uscita di scena del sommo Bach, che chiude idealmente un capitolo fondamentale nella storia della musica, al cuore della Città Eterna l'apparato musicale destinato ad accompagnare gli appuntamenti che scandiscono il calendario liturgico si apre verso nuove e inedite prospettive formali e stilistiche, come ci testimoniano le opere raccolte in questa sacra antologia. Alla testa dei complessi vocali e strumentali nati in seno al prestigioso Collegio Ghislieri di Pavia, Prandi dimostra di avere gusto, competenze e finissima sensibilità artistica per fronteggiare e ricondurre a un'unica, coerente visione interpretativa i grandiosi scenari d'insieme, gli episodi solistici e le atmosfere espressive continuamente cangianti di pagine che brillano per la varietà barocca delle loro soluzioni; dimostrandosi a proprio agio tra i tempi dilatati e il clima più riflessivo del Miserere così come tra i lirismi e gli episodi belcantistici più vicini alla retorica melodrammatica del Dixit Dominus e del Beatus vir, depurandoli però da qualsiasi sovrastruttura teatrale per consegnargli alla toccante umanità e al cuore spirituale del linguaggio biblico.