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Giudizi (e pregiudizi): basse ironie e un pisolino

Gianni Gennari martedì 4 dicembre 2012
Costretti a fare i comici – o i colti – talora si fa molto peggio. Ieri per esempio su "Repubblica" nei commenti alle primarie (pag. 1 e interno) Fabio Volo, «conduttore Tv», credeva di essere intelligente: «Primarie Pd finite. Ora quelle del centro-destra. Il leader del Pdl sarà eletto il 25 dicembre in una mangiatoia». Ironia miserabile, vero? C'è anche quella voluta, sempre con pretesa intelligente, ma qui anche "colta". Domenica "Corsera – La lettura" (p. 15) così Marco Ventura. Titolo: «Sapere di Dio: la forza della fede nei petrodollari». A Vienna si inaugura un centro per il «dialogo tra le fedi… fondato da Spagna e Austria, col sostegno della Santa Sede». Tra le fedi c'è anche quella islamica e per «i primi tre anni» ci saranno fondi anche «dall'Arabia Saudita». Di qui l'ironia su «l'influenza dei leader religiosi» con finale sarcastico: questa è «quasi pari a quella dei petrodollari»! Al solito la lingua (dell'Autore) batte dove il dente duole». Nel caso, in quella bocca nessun dente del giudizio, ma 32 denti del pregiudizio. Libero ovviamente di nutrirne, ma pare meschinello. Qualcosa in tema ieri anche sul "Tempo" (p. 13: "Omnibus Cultura"): «Quello che insegna la messa in latino». 5 colonne che magnificano la celebrazione antica, cedendo all'ironia sulla «messa postconciliare diventata democratica», che «qualche volta sfiora la demagogia. Dimentica da dove viene e dove vuole andare… Divaga e annacqua». Giudizi liberi, ironia velata. Peccato che nel testo che esalta il latino abbondino gli svarioni di… latino! Per esempio "rogimus" per "rogamus", "Patri" per "Patris". Come mai? Ecco: «Il latino del messale era come la nenia della balia che nutre e culla». L'articolista si è appisolata!