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Giovanni de Britto. Dal Portogallo all'India per donare il Vangelo

Matteo Liut venerdì 4 febbraio 2022
Chi abbraccia il Vangelo, abbraccia il mondo: il messaggio del Risorto da sempre è motore di accoglienza e d'incontro tra le culture. Tra i tanti testimoni di questo ci fu anche san Giovanni de Britto, religioso gesuita e missionario in India, dove morì martire. Nato a Lisbona nel 1647, João de Brito crebbe a corte, ma dovette allontanarsi a causa di una malattia: la madre fece il voto di vestirlo con l'abito dei Gesuiti per un anno se si fosse salvato. Giovanni, però, decise di diventare davvero gesuita ed entrò nella Compagnia a 16 anni. Nel 1647 era prete e, coltivando il sogno di imitare san Francesco Saverio e portare il Vangelo in Oriente, partì per l'India. Si dedicò all'evangelizzazione nei regni di Tangiore e Gingia, facendo propri lingue e costumi locali per poter conoscere meglio le persone a cui annunciava la fede cristiana. Giunto nel regno di Marava venne cacciato, ma, dopo un breve periodo in patria, vi ritornò. Arrestato e condannato, fu decapitato a Oriur nel 1693.
Altri santi. Sant'Eutichio, martire (I sec.); san Gilberto di Sempringham, sacerdote (1083-1189).
Letture. Romano. Sir 47,2-13; Sal 17; Mc 6,14-29.
Ambrosiano. Sir 37,1-6; Sal 54 (55); Mc 7,1-13.
Bizantino. 2Pt 1,1-10; Mc 13,1-8.
t.me/santoavvenire