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Giostra del Saracino, il doc di Mastrocinque

Andrea Fagioli domenica 9 luglio 2023
La Giostra del Saracino, fuori Arezzo, non è conosciuta come meriterebbe. Ma le città dalla storia antica sono gelose delle proprie tradizioni, le vivono e le custodiscono all’interno delle mura dei propri quartieri. È il caso, appunto, di Arezzo con le annuali carriere a giugno e a settembre nella stupenda cornice di Piazza Grande dove viene stesa la Lizza, una striscia di tufo in salita sulla quale a turno due giostratori per ognuno dei quattro quartieri cittadini (Porta Santo Spirito, Porta Sant’Andrea, Porta Crucifera e Porta del Foro) galoppano in sella al proprio destriero lancia in resta per colpire un bersaglio sullo scudo del braccio sinistro del Buratto, un automa corazzato che una volta colpito ruota su stesso con sull’altro braccio il pericoloso mazzafrusto. Il Buratto raffigura il Re delle Indie. Da qui il titolo (Il Re delle Indie) dell’ottimo docufilm (su Amazon Prime Video) scritto e diretto da Gaetano Maria Mastrocinque, che ha la capacità di spiegare le varie fasi della Giostra, la bellezza del corteo storico, ma soprattutto cosa significa il Saracino per gli aretini attraverso scelte registiche che trasmettono il senso dell’attesa con poetiche visioni notturne degli angoli remoti della città o dell’alba del giorno della sfida medievale, senza voce narrante, un uso sapiente dei silenzi e dei rumori, con le sole parole dei protagonisti, a partire dal «Re della Piazza», Martino Gianni, mito di Porta Sant’Andrea, fino al giovane Gabriele Innocenti, che ha riportato la Lancia d’oro (il trofeo in palio) a Porta del Foro dopo 12 anni. Il racconto storico è garantito dalle immagini di repertorio delle Giostre del passato, mentre per le attuali, la narrazione si concentra sull’edizione 2019, quella in cui Innocenti ha colpito quel piccolo cerchio rosso nel mezzo del cartellone del Buratto, il punteggio massimo, l’agognato cinque (V). © riproduzione riservata