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Alberto di Gerusalemme. Gettare ponti tra lontani cammino per la santità

Matteo Liut venerdì 14 settembre 2018
Il cristiano è testimone di riconciliazione, sa gettare ponti tra i lontani, sa "dare forma" all'amore di Dio nel mondo. Sant'Alberto di Gerusalemme fece di questa chiamata una via per la santità nel suo ministero da vescovo a Bobbio, Vercelli e Gerusalemme. Nato in Emilia forse nel 1149 entrò tra i Canonici Regolari della Santa Croce di Mortara diventandone priore nel 1180. Tra il 1185 e il 1205 guidò la comunità di Vercelli, operando come mediatore tra il Papa e l'Impero, oltre che nei contrasti tra Pavia e Milano, tra Parma e Piacenza. Innocenzo III lo scelse in seguito come patriarca di Gerusalemme, che però era in mano saracena; si stabilì quindi ad Acri, guadagnandosi la fiducia di cristiani e musulmani. È ricordato per aver dato una Regola agli eremiti del Monte Carmelo. Morì pugnalato per una vendetta nel 1214.
Altri santi. San Materno di Colonia, vescovo (IV sec.); beato Claudio Laplace, martire (XVIII sec.). Letture. Esaltazione della Santa Croce. Nm 21,4-9; Sal 77; Fil 2,6-11; Gv 3,13-17. Ambrosiano. Nm 21,4b-9; Sal 77; Fil 2,6-11; Gv 3,13-17.