Rubriche

Genoa e Samp, lanterne rozze. La Longobarda di Camillo

Massimiliano Castellani sabato 22 gennaio 2022
In era Covid, variante Omicron, scenari tristi e solitari nel Paese dei 5mila ammessi alla sagra del pallone. Ma mentre in Inghilterra e in Francia giocano al “virus, liberi tutti” (troppo presto?) da noi il numero contingentato degli spettatori negli stadi fa sì che il colpo d'occhio a San Siro è da tackle nel deserto, mentre al Picco di Spezia è quasi da soldout. E domani lì si gioca il derby ligure contro la Samp. Lo Spezia che ha beneficiato dell'«effetto Serra» (il povero arbitro che ha pianto con il Milan beffato) ospita la prima di Marco Giampaolo che torna sulla panchina doriana per portare la Samp in salvo. Ce la farà? L'ultimo Giampaolo in modalità milanista aveva lo stesso carisma dello Shevchenko genoano: squadra in autogestione. L'ucraino è stato cacciato per disperazione. E pensare che il Genoa aveva fatto firmare un triennale a Sheva, il quale conferma la teoria che un Pallone d'Oro non fa un grande allenatore. Stessa regola può valere anche per il semisconosciuto Alexander Blessin: il tecnico tedesco appena ingaggiato dal Genoa che per venire ad allenare nella città delle lanterne rozze ha mollato l'Ostenda, serie A belga. Prossima panchina cadente si segnala sotto il cielo della Salernitana: dopo Castori e l'attuale Colantuono la nuova proprietà (ma sarà nuova?) potrebbe optare per un terzo scomodo al quale non si chiede l'impresa, ma il miracolo. La notte ha portato consiglio al presidente della Ternana Stefano Bandecchi. Dopo il 4-2 subito dai rossoverdi in casa con l'Ascoli il patron ha minacciato “di quella pira” verdiana: «Bruceremo le maglie per pulire il disonore!». Pensieri incendiari smorzati e tregua con quella stessa squadra che il pasionario Cristiano Lucarelli – livornese come il suo presidente – a giugno aveva guidato a una promozione in B con tanto di record. Per la cronaca, le maglie della Ternana sono state date in consegna ai giocatori che, si legge da comunicato, «dovranno averne cura nel “lavarle” (materialmente e simbolicamente) e poi saranno consegnate all'ospedale di Terni, presso i vari reparti, così da alleviare le sofferenze dei malati». La Ternana anche durante il primo lockdown si era distinta, come molte altre realtà della Lega Pro, per le sue campagne solidali, fortemente volute dallo stesso presidente Bandecchi. Salutiamo un presidentissimo che ci ha appena lasciati: il commendator Borlotti, alias l'attore Camillo Milli, mitico patron della Longobarda, la squadra allenata dal guru della «bizona, modulo 5-5-5» Oronzo Canà (Lino Banfi) nel film L'allenatore nel pallone. Alla fine del mercato Borlotti annuncia: «Caro Canà, sono riuscito ad avere i tre quarti di Gentile e i sette ottavi di Collovati, più la metà di Mike Bongiorno. In conclusione, noi abbiamo ottenuto la comproprietà di Maradona in cambio di Falchetti e Mengoni». Quando si dice che la realtà ha superato la fantasia... Addio Camillo.