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Genitori, meglio la miniera che un figlio allenatore

Massimiliano Castellani domenica 11 aprile 2021
Cari genitori state attenti, se vostro figlio/figlia un giorno vi dovesse rivelare: «Da grande voglio fare l'allenatore di calcio». Dopo quello del genitore – e del minatore – siamo sempre più convinti che quello del tecnico sia il peggior mestiere, forse il più difficile del mondo (mah). Specie in un Paese come il nostro che può vantare 60 milioni di commissari tecnici. Il ct ufficiale Roberto Mancini ha appena riportato la Nazionale nella top-ten del ranking mondiale: 7° posto per gli azzurri. Il “Mancio” per ora infila vittorie e record, ma al primo inciampo sì sa, i 60 milioni di colleghi potenziali insorgeranno, in fretta e furia. «Il calcio mi ha consumato la vita», ha confessato Frank Lampard, esonerato dalla panchina del Chelsea, club di cui è stato il faro luminoso in campo. I calciatori restano, almeno una stagione, i presidenti pure, a volte per decenni, mentre il “povero mister” (sì fa per dire visti gli ingaggi) vive settimanalmente sotto la nuvola sorianica del triste solitario e finale. Prendete il “Maestro” – del gioco del silenzio – Andrea Pirlo, alla Juventus pare abbia incassato la fiducia fino al 2022, ma intanto il suo ex pigmalione, il volubilissimo presidente Andrea Agnelli, cena e guarda Juve-Napoli alla tv con «l'amico» Max Allegri, e la cosa si è venuta a sapere. Così come sì sa che il sanguigno “Ringhio” Gattuso, con De Laurentiis ha un futuro a termine sotto il Vulcano napoletano. A Firenze Beppe Iachini, richiamato al posto del dimissionario-forzato Prandelli, è già avvertito: la sua supplenza non andrà oltre l'ultima giornata. Patron Commisso, americano figlio di Calabria, è invaghito proprio del corregionale “Ringhio” di Schiavonea, dai tempi in cui da azzurro di Marcello Lippi (futuro dt viola, dicono) vinse il Mondiale del 2006. Solo campioni del mondo per la panchina del Frosinone del presidente Stirpe: ha cacciato Alessandro Nesta e al suo posto ha preso Fabio Grosso. Quanto durerà? E chi può dirlo... L'assioma ovunque è lo stesso: se vinci resti, altrimenti te ne vai. Poi ci sono i casi limite come gli esoneri per “scherzo” che si trasformano in dimissioni. Capita nella terza divisione romena. Il Cd Industria Galda de Jos, dopo 14 partite ha solo 4 punti e ha cambiato due allenatori. Il secondo però, mister Fogorosi, è una vittima del “Pesce d'aprile”: la società del Galda avrebbe chiesto a un sito di pubblicare un articolo fake in cui si rimuoveva l'allenatore dall'incarico. Fogorosi – in lingua romena è sinonimo di spirito molto caldo? – non ha finito di leggere la notizia che ha subito telefonato al presidente del Galda per chiedere spiegazioni. Dall'altra parte della cornetta le risate dei dirigenti hanno coperto lo stupore del povero tecnico che, umiliato dallo scherzo, si è licenziato in tronco. Nel pazzo, pazzo mondo del pallone succede anche questo. Perché ormai è acclarato che oltre al senso della vergogna – un tempo “la chiamavamo dignità” – è stata abolita anche la misura. Non ci resta che l'urlo Cosmi/co di Serse che piange il suo Crotone già retrocesso in B. Il futuro? Vieni avanti Crotone.