Rubriche

“Furore”, un vecchio fotoromanzo

Andrea Fagioli martedì 20 febbraio 2018
C'era una volta Furore - Il vento della speranza. Era il 2014. Adesso, nel 2018, è arrivato Furore - Capitolo secondo, la domenica in prima serata su Canale 5. Allora si raccontava di immigrazione, riscatto sociale, drammi familiari, amori, gelosie e vendette. Oggi risiamo daccapo. I toni fortemente melodrammatici, esasperati, sono gli stessi. È cambiato, però il decennio: dagli anni Cinquanta siamo passati ai Sessanta del secolo scorso. Giovanna (Raffaella Di Caprio), una giovane ragazza napoletana, dopo la morte dei genitori scopre di essere stata adottata. Un misterioso personaggio le confessa di averla strappata dalle braccia della sua vera mamma e le lascia una foto che la ritrae neonata insieme alla donna in un piccolo paese del nord, Lido Ligure, località (immaginaria) dove gli immigrati del Sud vivono tutti insieme nel quartiere del Budello. Giovanna parte immediatamente alla ricerca delle sue origini e del motivo di una “A” incisa su un fianco sin dalla nascita. A Lido Ligure incontra Franco Belmonte (Francesco Ferdinandi), giovane tenente di polizia, figlioccio del potente Osvaldo Calligaris (Remo Girone), proprietario degli alberghi più famosi della cittadina. In parallelo riprende la storia dei fratelli Licata: Vito (Giacomo Conti) e Saro (Massimiliano Morra), fidanzati rispettivamente con Marisella (Adua Del Vesco) e con Giuseppina Fiore (Clotilde Esposito), ma il giorno del matrimonio di Vito e Marisella, l'uomo viene ucciso da un sicario di Calligaris che vuole impedirgli di prendere in gestione l'Hotel Regina. A quel punto Saro decide di entrare in polizia giurando che riuscirà a trovare il colpevole e ad assicurarlo alla giustizia. Subito dopo la morte del fidanzato, Marisella scopre di essere incinta e decide di tenere il bambino. L'unico che la sostiene in questa decisione è Saro, che ben presto si innamorerà di quella che doveva diventare la cognata. Nel frattempo si scoprirà che il potente Calligaris è collegato non solo alla morte di Vito, ma anche al rapimento di Giovanna. Basta pertanto la sola vicenda, con tante banalizzazioni e la netta separazione tra buoni e cattivi, per capire che siamo di fronte a un feuilleton televisivo, che anche da un punto di vista tecnico assomiglia molto a un vecchio fotoromanzo. Bassi anche gli ascolti: appena sopra al 10 per cento di share.