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Pietro Canisio. Fu «fedele ai dogmi rispettoso delle persone»

Matteo Liut giovedì 21 dicembre 2017
Saper "comporre armoniosamente la fedeltà ai principi dogmatici con il rispetto dovuto ad ogni persona" è una missione complessa, ma doverosa per ogni cristiano che voglia testimoniare coerentemente il Vangelo. Così fece san Pietro Canisio, come ricordato da Benedetto XVI il 9 febbraio 2011 nella catechesi dedicata a questo santo dottore della Chiesa vissuto tra il 1521 e il 1597. Nato a Nimega, aveva studiato diritto canonico a Lovanio e diritto civile a Colonia. In quest'ultima città lesse gli Esercizi spirituali di Ignazio da Loyola: divenne l'ottavo religioso della Compagnia di Gesù. Si dedicò quindi alla riscoperta delle opere di Cirillo di Alessandria, di Leone Magno, di Girolamo e di Osio di Cordova. Partecipò al Concilio di Trento e i suoi catechismi divennero popolari in Germania. Pio V lo voleva cardinale ma Canisio rifiutò. Morì a Friburgo nel 1597.
Altri santi. San Michea, profeta (VIII sec.); beato Domenico Spadafora da Randazzo, domenicano (1450-1521).
Letture. Cant 2,8-14; Sal 32; Lc 1,39-45.
Ambrosiano. Rt 2,19-3,4a; Sal 17; Est 7,1-6;8,1-2; Lc 1,57-66.