Francesco, la Rete e il modello di una comunicazione sinodale
Molti dei commenti pongono l'accento, naturalmente, sulla capacità comunicativa di Francesco. Su "Vatican News" (tinyurl.com/ybd7tnnd) Sergio Centofanti esibisce, accanto agli indicatori quantitativi abituali per un pontificato – quanti documenti maggiori, quanti Sinodi, quanti Paesi visitati, quante catechesi, quante omelie...) –, quelli dei follower: 46 milioni su Twitter e più di 5 milioni su Instagram. Dal canto suo Alessandro Gisotti, intervistato sul sito dell'Ucsi (tinyurl.com/y7uz4z46), propone un'immagine: «Anche nel suo modo di parlare mi pare che Francesco cammini in mezzo al popolo di Dio, anche il suo modo di comunicare è "sinodale"». Mi piace l'accostamento tra «comunicazione» e «sinodale», per dire il modello di una comunicazione ecclesiale in cui si cammina insieme, senza escludere a priori nessun interlocutore. A essa la Rete dà e può continuare a dare il suo contributo, a condizione che la Chiesa vi sappia riconoscere un «bene comune», e perciò senta la responsabilità di difenderla e salvaguardarla.