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Fra uomo e donna l'amore pret-a-porter è romanticismo da società dei consumi

Fabrice Hadjadj domenica 27 novembre 2016

Il romanticismo si è sviluppato contemporaneamente alla rivoluzione industriale. A prima vista, esso si presenta come una reazione a quest’ultima: contro il rigore logico illuminista, il romanticismo afferma il mistero della notte stellata; contro la razionalizzazione dei rapporti sociali, esalta la passione, il colpo di fulmine, l’incontro imprevedibile che sfida le istituzioni. L’uomo e la donna allora non trovano tanto la loro realizzazione nella famiglia, troppo istituzionale, quanto nella coppia che fugge nei boschi o su un’isola deserta, per vivere d’amore e acqua fresca.Wagner compone Tristano e Isotta nel 1865, l’anno di fondazione della Chicago and North Western Railway e della Società per le strade ferrate romane. Niente sembra opporsi al rumore delle locomotive più della melodia infinita degli amanti solitari e maledetti. E tuttavia la motorizzazione e il romanticismo troveranno una certa unità nel cuore di Adolf Hitler, lui che in gioventù era pronto a rinunciare a mangiare per molti giorni pur di assistere una terza volta al Tristano…Si tratta dunque soltanto di una reazione? Non c’è forse un legame più essenziale, direi anche una certa complicità, tra la visione romantica dell’amore e l’industrializzazione della produzione? Il romanticismo presenta la relazione amorosa tra uomo e donna come fuori dal mondo. È un “tu ed io”, “io e tu”, e non importa se in città o in campagna, in un palazzo o su una zattera. L’arca sulla quale Noè imbarca la sua famiglia e tutti gli animali non acquatici perde il suo valore emblematico. Anche sul Titanic, soprattutto sul Titanic, gli amanti possono amarsi: vada pure a fondo la nave, essi si amano ancor di più perché il loro amore si manifesta allora come più vasto e più profondo dell’Oceano: subito prima di annegare… Lungi da me l’idea di contestare assolutamente questa meraviglia, e non soltanto per il timore di perdere ogni credito presso le fanciulle in fiore. L’amore, nella sua grazia, è un avvenimento che crea in qualche modo le proprie condizioni di possibilità. Quante storie testimoniano di quel fulmine, quello shock che sconvolge ogni programma e ogni fatalità? Nel romanzo 1984, quando Winston e Julia si amano per la prima volta in mezzo a una radura, sfuggono al Big Brother: «Il loro amplesso era stato una battaglia – scrive Orwell – l’orgasmo una vittoria. Era un colpo inferto al Partito. Era un atto politico». L’incontro dell’uomo e della donna è così naturale che fa tremare la pesante costruzione artificiale. Esso ha il carattere dell’origine – la freschezza di una sorgente anche in mezzo al deserto –. Del resto, se Dio crea il mondo per amore, bisogna pensare che ogni vero amore sia in qualche modo precedente il mondo e possegga il potere di rinnovarlo.Il nostro amore resta tuttavia quello di creature, dipendenti dal loro ambiente. Credere a un amore umano al di sopra ogni condizione materiale sarebbe cadere in una grave eresia spiritualistica. Pure il vivere d’amore e d’acqua fresca ha bisogno almeno dell’acqua fresca, potabile, che diventa sempre più rara e deve essere depurata e venduta da imprese private. In un’aria troppo tossica è impossibile dire: «Ti amo».E senza una casa dove vivere insieme è impossibile che l’amplesso superi l’illusione e la disillusione dell’orgasmo. Julia e Winston possono conoscere quell’attimo isolato lontani dal mondo totalitario: per svolgere la loro relazione nella durata, hanno bisogno di un rifugio propizio, ed ecco perché finiranno in frantumi, fino a neanche riconoscersi più.È cosi che un romanticismo sentimentale diventa più un collegato del mondo tecnoeconomico che non una resistenza a esso. Credere che gli amanti possano realizzare il loro amore al di la di qualsiasi condizione materiale è renderli indifferenti e dunque loro malgrado complici delle condizioni materiali loro imposte, che li circondano e che finiscono per fagocitarli. Soprattutto, è rappresentarsi il loro amore al di fuori della fecondità familiare, o rappresentarsi la famiglia esclusivamente come un insieme di persone che si amano al di là di ogni economia e di ogni politica, e non come un dato al tempo stesso naturale e culturale che costituisce il dominio economico e forma la base della Città.Dal momento in cui la comunità di uomo e donna non è più concepita come un oikos (radice comune delle parole economia ed ecologia; oikos in greco significa "casa" e anche "famiglia") e dunque come il luogo primo dell’economia e dell’ecologia, dal momento in cui essa è vista come un amore separato dalle strutture sociali, quella stessa comunità con la sua avventura essenziale, si disfa. Diventa soltanto la società passionale e passeggera di due salariati – perché il romanticismo moderno, lo ripeto, si basa sull’avvento del lavoro dipendente. E questa società coniugale – che la contabilità nazionale francese chiama ménage e la cui funzione principale è il consumo: si regge, bene o male, per volontarismo morale, come in apnea, in una fedeltà che è innanzitutto uno sforzo per onorare un contratto, ma che non corrisponde più alla realtà di una fruttificazione comune nell’intreccio dei compiti quotidiani. Piuttosto che essere apertura drammatica alla vita, diventa un elemento del divertimento totale, una fuga davanti all’angoscia del vuoto e della morte.È abbastanza terribile vedere giovani che si amano e che bruscamente scoprono che il loro amore implica tutta un’economia. Il romanticismo non li ha preparati e li consegna legati mani e piedi. Certamente percepiscono tutto questo come una caduta. Ma la caduta originaria è al contrario quella di diventare una coppia senza economia: cadere, per Adamo ed Eva, fu la perdita di quell’Eden nel quale erano stati stabiliti per coltivarlo e custodirlo (Gn 2, 5 e 15). Il loro matrimonio implicava un giardino. La vita domestica non si limitava al salone e alla sala da pranzo. Esigeva un campo. Anche il cavaliere Yvain, icona dell’amore appassionato nel romanzo di Chrétien de Troyes, deve sorvegliare la fontana dalla sua dama e preservare le sue terre. Se si dimentica il giardino da coltivare, il timore è che Adamo ed Eva siano sostituiti da Adolf ed Eva, colmi di romanticismo e di ambizioni smisurate dal fondo del loro bunker.Da quando l’economia consiste nella dispersione della famiglia e nella sua sottomissione al lavoro d’ufficio, si può comprendere che la necessità di sistemarsi appaia ai giovani innamorati come una caduta. La questione economica vi si riduce alla questione finanziaria. Non si tratta più di un’opera comune ma della necessità di guadagnare denaro ciascuno per conto proprio. Se l’oikos ha ceduto il posto a un trilocale dove ci si riduce a consumare articoli prodotti dall’industria – per esempio stirare col ferro abiti prêt-à-porter guardando serie televisive americane – diventa impossibile essere veramente padrona di casa o padre di famiglia. È normale, allora, che la donna creda di emanciparsi quando lavora per un capo, e che l’uomo, nel suo stesso maschilismo, sia contentissimo di lasciarle il posto, avendo avuto il tempo di disilludersi sul carattere liberatorio del lavoro d’ufficio.