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Finché è caldo

Alberto Caprotti sabato 1 agosto 2020
In Giappone c'è una caffetteria speciale. È aperta da più di cento anni e su di essa circola una leggenda. Si dice che dopo esserci entrati, non si sia più gli stessi. E che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l'unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c'è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di farlo e scoprire che cosa può accadere. C'è chi non è riuscito a trattenere accanto a sé la persona che amava. Chi insieme ai ricordi crede di aver perso anche se stesso. Chi sa di non essere mai stato sincero fino in fondo. Ognuno di loro ha un rimpianto. O un ricordo doloroso. Ma alla fine tutti scoprono che il passato non è importante, perché non si può cambiare. Quello che conta è il presente, quando si può ancora decidere ogni cosa, e farla nel modo giusto. In realtà questa è la trama di un romanzo, e la storia è di fantasia. Ma che la vita sia come il caffè, e che vada gustata mentre è ancora bollente, cogliendone ogni attimo, è pura verità.