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Filosofe femministe troppo occupate

Pier Giorgio Liverani domenica 10 settembre 2006
Due giovani immigrate sono morte per pregiudizi religiosi: Hina uccisa dai familiari perché non era una "buona musulmana"; Kaur suicidatasi per non sposare il cognato settantenne. Dal mondo femminista, però, non è venuta una sola manifestazione di protesta. Perfino i giornali "laici" l"hanno notato. Il Manifesto: «Noi, Hina e le altre. Stiamo facendo finta?»; Libero: «Il silenzio femminista sulle schiave di Allah» (22 agosto); Corriere della sera: «Femministe in silenzio per non apparire razziste" (27 agosto); La Stampa: "Il silenzio per ferie delle femministe italiane» (23 agosto). Finalmente Liberazione e il Manifesto ne hanno fornito la spiegazione: la «Grande "tradizione" femminista» era impegnata nel «XII simposio della Iaph, l"Associazione internazionale delle donne filosofe» sul «pensiero della differenza». In altre parole, nel «mettere l"accento più sulle differenze tra donne che sulla differenza binaria tra uomo e donna», nello «stabilire alleanze di affinità con il movimento gay, lesbico e transgender che non con le femministe "venute prima" di loro». Insomma nel preferire «i "gender studies" come le soggettività lesbiche, queer e postcoloniali» (in sostanza: lo studio dei "generi" artificiali) e il femminismo di «quelle venute dopo». Cioè i seguenti gruppi femministi: «Sexyshock, Sconvegno, A/matrix, Matri_x, Sguardi sulle differenze e Rete sui generis» (martedì 5). Come avrebbero potuto pensare a quelle due poverette?
INCANTESIMIÈ assai frequente incontrarsi sui giornali con gli sforzi di quei "laici" che vorrebbero «rompere l"incantesimo» della religione come se questa fosse «un fenomeno da studiare» per «trovarne una spiegazione scientifica». È il caso, per esempio, dello scorso numero di MicroMega (n. 6), dove il filosofo Daniel Dennet spiega ragioni e fini del suo ultimo libro, che s"intitola appunto «Breaking the Spell». In inglese spell significa, appunto, magia, incantesimo, ma nell"intervista il filosofo lo esplicita scientificamente " chiedo scusa ai lettori " con: «Tutte queste stronzate». Per fortuna l"intervistatrice premette che oltre a quelle generali sulla «validità del metodo scientifico» di Dennet, «le critiche maggiormente accese vengono più dai laici che dai religiosi [...] Cercare di spiegare scientificamente la religione non spezza l"incantesimo [...] perché l"unico modo di comprendere l"esperienza religiosa è viverla dall"interno». Ma ecco, sulla Repubblica delle donne (sabato 2), un"altra indiretta risposta a Dennet. Umberto Galimberti afferma che «non c"è alcun dubbio che la scienza grondi di metafore religiose»: basterebbe ricordare la convinzione comune che «ripone in essa la speranza se non di salvezza certamente di salute, guarigione, progresso, crescita». Dunque proprio la religione deve rompere l"incantesimo della scienza, quando diventa scientismo.
LAICITÀ?Il Forum delle donne del Prc è stato dedicato al «nesso tra patriarcato e sacro» per sottolineare che «la laicità è donna». Ecco una sintesi che ne ha fatto Liberazione (domenica 3): quando «la politica è senza etica [...] è la religione che si fa etica. Che comincia a dettare norme di convivenza privata e pubblica [...] Ma soprattutto ad invadere la libertà sessuale delle donne». Vuol dire che la laicità è sesso?