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Fermi i contributi domestici, resta il costo dell'assistenza alle famiglie

Vittorio Spinelli martedì 5 aprile 2016
L'appuntamento con la prima scadenza di quest'anno per i contributi domestici – il prossimo 10 aprile – regala alle famiglie una gradita novità. Non aumentano le tariffe annuali, grazie all'Istat che ha registrato una differenza negativa del costo della vita (meno 0,1%). Sono quindi confermati gli importi del 2015, e confermata è anche la minore aliquota contributiva dovuta per la disoccupazione (ASpI) dai datori di lavoro soggetti al contributo Cuaf. Il Governo ha deciso infatti di non applicare, in via temporanea, alcuna riduzione alle varie contribuzioni Inps, in vista di sistemare questa inedita situazione in occasione delle rilevazioni del prossimo anno. Un beneficio tutto sommato modesto per le famiglie coinvolte nei versamenti colf, che non alleggerisce i pesanti oneri che sono richiesti oggi a chi necessita di un'assistenza familiare. Irrisorie sono anche le deduzioni fiscali consentite nella dichiarazione dei redditi, e mai rivalutate nel corso degli anni. Con l'appoggio unanime delle associazioni di categoria, una proposta di legge (C/3363 - Maestri) prevede di innalzare da 1.549,37 a 2.500 euro la deducibilità della colf e da 2.100 a 4.000 quello per la badante agli invalidi, estendendola inoltre alle spese per i bambini fino a 3 anni e agli anziani oltre gli 80.Indubbiamente un passo avanti in questo settore, ma ancora insufficiente per l'associazione dei datori di lavoro Assindatcolf, che punta alla deduzione totale del costo del lavoro domestico, in modo da rendere del tutto vantaggioso assumere personale domestico con tutte le regole. Una misura strutturale che consentirebbe maggiori entrate nelle casse statali e l'emersione del lavoro nero, a vantaggio soprattutto delle donne che oggi portano sulle loro spalle le cure della famiglia e dovendo conciliare i tempi della vita e quelli del lavoro .Ingressi 2016. I flussi di ingresso di stranieri per il 2016 non comprendono quote riservate ai collaboratori domestici (salvo pochissimi casi provenienti da paesi del Sud America). Oltre a nuove assunzioni, non sono previste sanatorie o altri tipi di regolarizzazione di rapporti lavorativi in nero. I nuovi flussi si riferiscono alla conversione in permessi di soggiorno di quelli già rilasciati per lavoro stagionale, studio, formazione ecc.È sempre valido il principio che dare lavoro ad una colf o una badante immigrata non in regola con i permessi non esenta dal rispettare l'obbligo della giusta retribuzione e di versare i relativi contributi all'Inps. Secondo l'Istat circa 500 mila tra badanti, colf e baby sitter non hanno un contratto di lavoro regolare.