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Eurosia Fabris Barban. Fece della sua famiglia una casa aperta ai miseri

Matteo Liut giovedì 8 gennaio 2015
Una casa aperta, una famiglia grande e accogliente, la capacità di camminare al passo degli ultimi e su tutto la luce della speranza che viene dal Risorto. Quella della beata Eurosia Fabris Barban è la storia di una donna che ha saputo mostrare al mondo il sapore della vita dando una chiara testimonianza di quella maternità che solo l'amore di Dio può generare. Nata a Quinto Vicentino nel 1866, a 20 anni sposò un giovane vedovo, rimasto solo con due piccole figlie. Dall'unione nacquero sette figli e nel 1917 alla famiglia si aggiunsero tre orfani. La cura dei figli - alcuni dei quali scelsero la via della consacrazione - non le impedì di dedicarsi anche ai bisognosi e di fare della propria casa un punto di riferimento sicuro per quanti si trovavano nella miseria e nelle difficoltà. Nel 1916 aveva aderito al Terz'Ordine francescano. Morì nel 1932 a Marola.Altri santi. Sant'Apollinare di Gerapoli, vescovo (II sec.); san Lorenzo Giustiniani, vescovo (1381-1456).Letture. 1Gv 4,7-10; Sal 71; Mc 6,34-44.Ambrosiano. Ct 2,8-14; Sal 44; Mt 25,1-13.