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Farmacisti, più di una riforma

Vittorio Spinelli martedì 28 febbraio 2012
La futura previdenza dei farmacisti, gestita dalla Cassa di categoria Enpaf, passa anche dal decreto per le liberalizzazioni (n.1/2012). Il decreto dedica l'art. 11 al potenziamento della distribuzione delle farmacie sul territorio (una farmacia ogni 3mila abitanti per un totale di 5mila nuove farmacie) e un accesso più facile alla titolarità di un esercizio farmaceutico. Per rafforzare questo obiettivo, viene consentita l'apertura di altre farmacie presso aeroporti, stazioni marittime e ferroviarie, grandi centri commerciali e autostrade. Inoltre dovranno essere definite «in deroga a ogni altra disposizione normativa», anche nelle Province di Trento e Bolzano, piante organiche e concorsi straordinari, per nuovi titolari che potranno accedervi anche in forma associata. La liberalizzazione del settore è attualmente oggetto dell'opposizione di alcuni partiti e di rappresentanti di categoria, che puntano, in sede di conversione del decreto, a un ampliamento ridotto a poco più di 3 mila nuove farmacie. Oltre i dibattiti in corso sui numeri che accompagnano il decreto, la liberalizzazione del settore porterà ad un indubbio aumento dei farmacisti in attività, soggetti quindi alla assicurazione previdenziale dell'Enpaf.
I nuovi iscritti faranno lievitare la platea degli assicurati fino a superare abbondantemente quota «80mila», ma con una contemporanea ed inevitabile contrazione del reddito medio. L'ampliamento della base dei contribuenti inciderà inevitabilmente sul futuro andamento della Cassa. Tuttavia l'Enpaf, ben in anticipo sugli obblighi imposti dalla manovra salvaItalia, ha già messo al riparo i suoi conti garantendo la sostenibilità della spesa pensionistica fino a 50 anni.
Il regime Enpaf prevede che i contributi dovuti dagli iscritti non siano collegati al reddito professionale. Si tratta di una singolare forma di previdenza, che tecnicamente viene definita «a contribuzione fissa e prestazione definita», applicata attualmente solo dall'Enpaf e dal Fondo di previdenza Inps per il clero. Esentato da ogni contribuzione integrativa, collegata all'importo del reddito, il farmacista è tenuto a pagare un contributo annuo fisso, stabilito per il 2012 in 4.227,50 euro, ma con alcune variabili. La pensione di vecchiaia scatta per tutti a 65 anni con almeno 30 anni di versamenti e almeno 20 di attività professionale. Per la pensione di anzianità valgono invece 40 anni di versamenti e 20 di attività professionale. Inevitabili quindi alcuni correttivi da apportare al regime vigente, come un aumento dell'età pensionabile da 65 a 68 anni.
Contributi 2012. Scade domani la prima rata dei contributi per il 2012, tramite bollettino della Banca popolare di Sondrio. Sono esclusi i farmacisti inadempienti per il 2011 e quanti hanno perso il diritto alla riduzione del contributo. Entrambe le posizioni devono essere sanate in due rate, tramite cartella esattoriale, anche per il contributo corrente e per le sanzioni civili.