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Ex Br, forse assassini e un po' vittime Vogliono metterci una pietra sopra?

Gianni Gennari martedì 10 settembre 2002
Ieri su "Repubblica" Mario Pirani protesta: da più parti si è reagito all'estradizione di un ex brigatista condannato per l'omicidio Giorgieri come ad un'ingiustizia, e l'uccisione non conta nulla. In fin dei conti - ("Manifesto", 5/9) - "atti remoti della stagione terminale della lotta armata", seguiti di recente da "un paio di tristi omicidi di funzionari ministeriali" (D'Antona e Biagi), ma è acqua passata: voltare pagina! È raro, ma Malpelo è del tutto con "Repubblica". Pirani osserva lucido che i magistrati sono osannati solo quando si tratta di Berlusconi e Previti. Perfetto. Queste apologie di ex assassini latitanti e rifugiati fanno solo pena. Sabato su "Liberazione" anche Lucio Manisco difende "il professore universitario" deportato nel nostro paese". Ammette che sì, successe qualcosa di sanguinoso, ai tempi delle Br e Co, ma - perbacco! - fu una risposta alla "non meno sanguinosa azione della destra eversiva". Naso fino, Manisco! In questa estradizione percepisce un "quid (sic, Ndr) pro quo tra i servizi francesi e quelli nostrani". E poi lui giura. Tutti galantuomini, questi ex sanguinari di sinistra, in particolare il "professore universitario": "lo incontrammo - bello il plurale di maestà, Ndr - a colazione" (è) di carattere mite e un po' introverso". In nome dei diritti dell'uomo - a Rifondazione se ne intendono da sempre - Manisco invita ad "appelli" contro l'estradizione, e per la liberazione. Bravo! Mettiamoci una pietra sopra. Del resto Malpelo ha conosciuto di persona Aldo Moro, Vittorio Bachelet, Carlo Casalegno e Walter Tobagi. Anche loro hanno una pietra sopra. Il rimedio è perfetto"