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Emma, la mamma, i cattolici e i diritti di tutti

Pier Giorgio Liverani domenica 17 gennaio 2010
La Bonino? Va benissimo per i cattolici. L'Unità e Il Fatto Quotidiano hanno dato fiato alle loro trombe per spiegare «perché Emma può piacere ai cattolici». Per esempio (l'Unità, venerdì 15, pagine 13 e 19) con ben due editoriali: «Senza questa parte significativa della società non ci sarebbero stati i risultati su aborto e divorzio». Se si contano i battezzati, purtroppo è vero. Ma il battesimo testimonia un carattere indelebile, non una convinzione. Anche la Bonino lo ha detto (Il Fatto, giovedì 14): «Io non credo, però mia madre è cattolica. Vengo da quella cultura». E anche Giulia Rodano, assessora regionale del Lazio, capogruppo di Sinistra e Libertà, figlia di Franco Rodano, fondatore dei Cattolici Comunisti, «viene da quella cultura»: su l'Unità spiega «perché Emma può piacere ai cattolici»: «Non mi sono sentita in contrasto con la mia fede quando ho sostenuto la battaglia per il divorzio, per l'interruzione della gravidanza o per la legge sulla fecondazione assistita». Il problema, però, è di verificare se aborto, divorzio e fecondazione artificiale siano compatibili con la fede e con la morale cattoliche. E la risposta, per i cattolici, la possono dare la Parola di Dio e il Magistero. Poi ciascuno se la vede con la sua coscienza e con il Padre Eterno.
P.S. " Segnalo su Il Foglio di giovedì 14, pag 4, tra le lettere, il «giudizio pacato» e divertente di Giuliano Ferrara su Emma Bonino. Lasciandone a lui la responsabilità, cito solo una definizione tra le tante: «Una innamorata di sé dall'insopportabile accento vittimista...»

DIGNITÀ E DIRITTI
Il solito Corrado Augias accusa di «ingerenza» la Chiesa perché «resiste, per ragioni non belle, a mantenere il divieto sull'omosessualità» (La Repubblica, sabato 9). Lui mette sullo stesso piano il divieto del Levitico, secondo cui "nessun uomo che abbia qualche deformità potrà accostarsi ad offrire il pane del suo Dio" (21, 18-20), che è una norma puramente rituale, e "l'abominio" dell'omosessualità e "la perversione" della zoofilia. Augias dovrebbe sapere che, mentre i riti ebraici sono state abbandonate con le loro regole già dalla Chiesa primitiva, le norme morali sopravvivono perché riguardano la dignità dell'uomo «immagine e somiglianza di Dio». Per rendersi conto della competenza biblica di Augias, è prezioso un volumetto fresco di stampa (Risposta a "Inchiesta su Gesù", SBC Edizioni, Perugia e Ravenna, pag. 220, euro 16,00) scritto e segnalatomi dal lettore Giancarlo Carlini che, con precisione e puntiglio, smonta la fragile costruzione di quell'inchiesta a una sola voce. A proposito di omosessualità, vorrei ricordare un fatto di cronaca: il neonazista soprannominato Svastichella, che aveva pesantemente aggredito a Roma una coppia di giovani gay, è stato condannato a sette anni di carcere. Dei giornali (di giovedì 14) l'hanno riferito, però, nessuno ha osservato che la severa pena è stata inflitta senza che vi fosse una legge speciale come quella richiesta e bocciata in Parlamento contro l'"omofobia". Non ce n'era bisogno. Sull'Unità (martedì 12) la deputata Pd Anna Paola Concia difendeva i «diritti fondamentali» dei gay: «Vogliamo essere come tutti gli altri», scriveva. Infatti quei due ragazzi sono stati tutelati nei loro diritti dalla legge degli "altri", cioè di tutti. Non esistono gli uni e gli altri, ma i cittadini. Anche se qualcuno reclama diritti che non sono della persona, ma dei singoli individui. E invece anche i gay, checché loro ne dicano, sono persone.