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Economia, tecnologia e ambiente: tre mondi da non separare

Alfonso Berardinelli venerdì 9 settembre 2016
Il lungo saggio di Naomi Klein Resistenza climatica, comparso sull'ultimo numero di “Internazionale”, fa riflettere. Se c'è un problema che minaccia di non risolversi nonostante la diffusa ma anche superficiale consapevolezza che se ne ha, è quello che lega insieme economia, tecnologia e ambiente. Ho detto «lega insieme», volevo dire invece che tiene separati, purtroppo, questi tre oggetti di riflessione. Si tratta di una specie di dissociazione mentale per superare la quale non si sono ancora trovate terapie. O meglio si tratta di una radicata ipocrisia che si perpetua solo perchè “vogliamo tutto” e releghiamo in un angolo buio della mente la visione e la previsione delle conseguenze.Vogliamo una crescita economica costante, lineare, ininterrotta e illimitata perchè abbiamo inventato un mondo, il nostro mondo sociale, in cui tutto dipende da questo: sia l'esistenza del capitalismo, sia i rimedi ai suoi danni e alle sue ingiustizie, sia l'espansione di innumerevoli desideri da soddisfare attraverso i consumi, sia i finanziamenti alla ricerca scientifica, alle arti, all'educazione, sia infine il costo della macchina statale.Questo sviluppo e questa crescita hanno bisogno di produrre tecnologia utile e inutile, automazione produttiva e intrattenimenti automatici. Ma vogliamo, oltre che benessere e comodità da classe agiata (unico ideale concepito), anche sicurezza ambientale, natura protetta e perfino un'armonia ormai immaginaria con un pianeta Terra che continuiamo a usare senza regole, a sfruttare e distruggere.Tutto questo non si può avere. Ma noi viviamo muovendoci ogni giorno in tre dimensioni separate, economia, tecnologia e ambiente, saltando dall'una all'altra come se fossero mondi paralleli che non si incontreranno mai. Sappiamo che l'espansione della tecnica distrugge l'ambiente, che la crescita cieca dell'economia ha bisogno di produrre sempre più tecnica. Se vogliamo difendere l'ambiente dobbiamo partire dalle cause economiche degli effetti tecnologici.C'è un dettaglio in più: oggi la tecnica sta rendendo invisibile l'ambiente. Le nuove generazioni, i nativi digitali, fin dall'infanzia, sono telematicamente addestrati a non guardarsi intorno. La parola ambiente significa: la realtà che ci sta intorno. Chi mai vorrà salvare un ambiente che non vede?