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Ecco che cosa ha fatto santa la Terra dove va papa Francesco pellegrino

Pier Giorgio Liverani domenica 25 maggio 2014
Il Papa – scriveva martedì scorso Guido Ceronetti su La Repubblica – «non va [in pellegrinaggio] in nessun luogo della geografia politica corrente, ma in un luogo che cercheresti invano sugli atlanti, chiamato Terrasanta». E si chiedeva: «Di che è fatta la santità di una terra così negata ad una vera lunga pace? Dove credevano di arrivare, chiamandola così, convinti e gonfi di stragi, i crociati di Goffredo e del Tasso?». Unico aspetto positivo: una Terra in cui è «Erez, lo Stato ebraico laico [che] ha assunto la tutela della presenza cristiana, umana e monumentale entro i suoi confini assediati».Ecco, allora, di che cosa è fatta la santità di quella Terra, che a Ceronetti sembra non esistere. Innanzitutto della promessa di Dio a Israele, poi del sangue degli Innocenti sparso da Erode e, in una lunga successione che prosegue anche oggi, di quello versato dal Figlio di Dio per fare santa l'umanità, del sangue del primo martire Stefano e di quello delle incalcolabili vittime delle guerre di conquista, di religione, di nazionalismi, che hanno martirizzato e ancora martirizzano quella Terra, impedendole di accogliere la pace che gli Angeli annunciarono nella notte della “grande luce”. Ceronetti si domanda anche «che cosa di nuovo sarà concesso al Papa di dire, in un viaggio così breve». Non tema il déjà vu o il già sentito: qualunque cosa papa Francesco dirà, ripresa dal Vangelo e se ascoltata con il cuore, sarà – come sempre e in ogni modo – nuova.DIRITTI DA PRETI?C'era da aspettarselo: i “diritti” (leggi desideri) crescono come i funghi in un bosco dopo la pioggia. Il teologo Vito Mancuso l'ha annunciato su Repubblica (lunedì 19): «Il matrimonio è un diritto anche per i preti», con l'aggiunta: «Per il bene della Chiesa». Domenica scorsa era apparsa su qualche giornale la notizia di una lettera che 26 donne con relazioni palesi o nascoste con sacerdoti, avevano indirizzato al Papa per spiegargli il loro dolore del vivere un amore nascosto e i vantaggi che, invece, verrebbero alla Chiesa in materia di pastorale dal matrimonio dei sacerdoti. Mancuso è venuto subito in loro aiuto ricordando il «Non è bene che l'uomo sia solo» della Genesi (ma dimenticando che quello, però, era un altro discorso) e il solito ritornello dell'«a terzo millennio iniziato…». Come se possano essere un bene per la Chiesa la promozione a legittimità della violazione di un solenne impegno al celibato e il caricare di tutti gli impegni, i problemi e i pensieri di un padre di famiglia uomini già gravati da un servizio ministeriale sempre più gravoso. E quale affidamento può dare chi ha mancato così gravemente alla parola data davanti a Dio?IL VANGELO A ROVESCIOEsce un nuovo libro su Gesù – “Il Vangelo dei bugiardi” – esaltato dal Manifesto (domenica 11) e da Il Fatto Quotidiano (sabato 17) che lo definiscono una «riuscita rilettura del Nuovo Testamento». L'autrice è un'inglese ebrea, Naomi Alderman, che di Cristo ha capito tutto alla rovescia. Il suo Gesù sarebbe un incompreso a causa delle «sue folli idee». Sua madre «una donna arrabbiata e offesa» per «il divorzio del marito» e per «l'abbandono del figlio maggiore».Anche Jehuda di Queriot (Giuda) è rovesciato: «Non consegna Gesù ai Romani perché lo tradisce, ma perché si sente tradito da lui» con «le sue crescenti manie di grandezza». E infine «Bar Avo (Barabba) è carismatico più di Gesù», che «non è riuscito a vincere una gara di popolarità». Il libro vuole essere in qualche modo un vangelo: meno male che nel suo titolo c'è anche ciò che lo qualifica: «dei bugiardi».