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E se il Metaverso di Zuckerbeg crolla? Ce ne sono già altri tre

Gigio Rancilio venerdì 28 ottobre 2022

Davvero il Metaverso sta crollando come emerge da alcune cronache di queste ore sul deludente bilancio di Meta, ex Facebook? I dati del terzo trimestre del gigante tecnologico sembrerebbero indicarlo. La divisione Reality Labs di Meta, cuore della scommessa sul Metaverso di Mark Zuckerberg, ha perso 9,5 miliardi di dollari. E ieri, a Wall Street, il titolo Meta ha perso in apertura il 25%. Eppure Zuckerberg sembra intenzionato ad andare avanti nel progetto. Questa rubrica, però, non si occupa di finanza o di bilanci dei giganti digitali. A noi interessa soprattutto l’impatto che il digitale ha (e avrà) sulle vite di tutti noi. Ed è per questo che dobbiamo far chiarezza non solo su cosa sia il Metaverso ma anche sul fatto che ne esisterebbero non uno ma ben quattro. E, quindi, anche se quello di Meta fallisse (in parte o persino del tutto), la corsa al Metaverso potrebbe non fermarsi. Il nome Metaverso - come probabilmente saprete già - deriva da un romanzo del 1992, Snow Crash, dello scrittore Neal Stephenson dove si descriveva un mondo tridimensionale all’interno del quale persone fisiche potevano muoversi e interagire con altre persone attraverso delle loro repliche digitali.
Trent’anni fa non esistevano gli smartphone, non esistevano Facebook e gli altri social, e nemmeno i programmi che normalmente usiamo per navigare sul web. Persino Second Life, il primo mondo ispirato al Metaverso, arrivò 11 anni dopo quel romanzo, nel 2003. A rilanciare un annetto fa il Metaverso come futuro digitale dell’umanità è stato Zuckerberg.

Eppure, come abbiamo accennato, il Metaverso non è solo quello di Meta. Ce ne sono almeno quattro. Li ha messi in fila l’esperto Vincenzo Cosenza, fondatore dell’Osservatorio Metaverso, nella sua Introduzione al Metaverso. «La prima idea di Metaverso – scrive Cosenza – è quella legata alla realtà virtuale, con mondi tridimensionali digitali accessibili attraverso visori e dispositivi dedicati. Le aziende più interessate a sostenere questo approccio sono Meta, HTC, Sony e ByteDance (proprietaria di TikTok)». C’è poi l’idea di Metaverso come realtà aumentata. «È l’ipotesi caldeggiata da aziende come Niantic (creatrice del gioco Pokémon Go), Snap e Apple. Per loro il Metaverso, anche se preferiscono non chiamarlo così, è il mondo che vediamo, arricchito da oggetti e informazioni digitali che si sovrappongo alla nostra visione. Oggi per accedervi usiamo lo smartphone, ma l’obiettivo è quello di arrivare alla produzione di occhiali che rendano visibile questo strato informativo digitale in più al momento del bisogno».
Un’altra idea di Metaverso è quella di mondi in 3D «accessibili da un browser o da un’applicazione (desktop o mobile)». In questa categoria i nomi più noti in gara sono giochi popolarissimi come Roblox, Minecraft e Fortnite. Non solo. In questa direzione (aggiungiamo noi) si muovono anche i nuovi servizi di videochiamate e di riunioni in 3D di Google. C’è poi una quarta idea di Metaverso, quella di futuro della Rete Internet. «Per tanti studiosi ed esperti - spiega sempre Cosenza – il Metaverso è qualcosa che ancora non esiste. Sarà la prossima evoluzione di Internet. Dopo l’internet fissa e mobile, avremo una rete non di pagine web, ma di luoghi tridimensionali, immersivi e interconnessi. Da vivere e non da guardare». Una cosa, però, appare chiara fin da ora: al di là dei possibili insuccessi di Zuckerberg, la Rete e il mondo digitale hanno un disperato bisogno di un futuro. Non solo per proseguire nella loro sfrenata corsa alla novità ma anche e soprattutto per dare nuova linfa economica a un mondo che sta perdendo un po’ il suo fascino. C’è solo da sperare che il Metaverso, qualunque sarà, sia anche davvero utile. © riproduzione riservata